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Alexia: «Non faccio più niente per moda, il Natale è uno stato d'animo». L'INTERVISTA

A pochi giorni dall'uscita di "My Xmas", incontriamo la cantante per parlare del suo primo album di cover natalizie, un progetto all'insegna della leggerezze mista alla profondità, sensazione che solo il Natale sa descrivere così magicamente

ph Avi Meroz


Prodotto da Luca Serpenti e distribuito da Ada / Warner Music, "My Xmas" è il lavoro che segna il ritorno discografico di Alessia Aquilani, in arte Alexia. Un album che ci restituisce una delle voci più belle della scena italiana, conosciuta e apprezzata su scala internazionale. L'artista si rivela a proprio agio non solo con la lingua inglese, protagonista di numerosissimi suoi successi, ma anche con stili musicali a lei molto affini come il soul, il blues e il gospel, generi tipici della tradizione natalizia di matrice anglo-americana. In scaletta, l'artista ha scelto di reinterpretare grandi standard, ma anche pezzi assolutamente non scontati, restituendoci una retrospettiva nitida e a tratti inedita del Natale.


Intervista ad Alexia


Cosa ti ha spinto ad approcciarti a questo tipo di repertorio?


«Una gran voglia di riprendere a cantare in inglese e una gran voglia di rimettermi in gioco come interprete. Sono anni che mi cimento con lo studio per mantenere la mia voce tonica e credo che i classici siano le canzoni più difficili da sostenere, una palestra incredibile. Sinceramente non mi trovo molto in questo modo di cantare di oggi, soprattutto per l'utilizzo invasivo dell'autotune e di altri effetti che rendono le voci un po' tutte uguali. Fare un disco di inediti richiede tempo, ci sto lavorando da tanto, ma non ho ancora trovato la spinta, nè tantomeno l'ispirazione e i brani giusti. Così, mentre addobbavo l'albero l'anno scorso, mi è venuta l'idea di realizzare un disco di cover di Natale e mi sono divertita tantissimo».

Il Natale è una ricorrenza strana, da una parte c’è la festa, il divertimento, le famiglie che si riuniscono, dall’altra nasconde anche un po’ di malinconia al suo interno. Immagino tu ti sia lasciata trasportare molto dagli stati d’animo per scegliere le canzoni da includere, no?


«Sì, assolutamente. Nello spettacolo che mi appresto a presentare dal vivo e che partirà da Terni il prossimo 12 dicembre, racconterò perché ho scelto queste canzoni. I miei Natali, come quelli di tutti, non sono stati tutti uguali e tutti felici. Sai, durante l'infanzia le nostre preoccupazioni sono limitate al regalo che desideriamo ricevere. Da adolescente speri che ci sia quel qualcuno che ti chiami, ma il telefono spesso non squilla, mentre da adulti ci sono ben altri tipi di preoccupazioni, come per esempio la perdita di un genitore importantissimo, come nel mio caso è stato papà. Poi, alla fine, arriva il lavoro che nasconde tutte queste angosce e queste nostalgie perché la testa è concentrata su altre questioni. Non a caso, uno dei motivi per cui mi prendo delle lunghe pause è che mi immergo sempre in quello che faccio, mi concentro al punto che mi dimentico di avere altri doveri. Questa volta, però, sto cercando di equilibrare le cose (sorride, ndr)».



Mi ha molto emozionato la tua versione di “Have Yourself a Merry Little Christmas”, ho ritrovato un po' dell’essenza racchiusa nella versione originale di Judy Garland. Come se ti fossi calata un po’ anche in quel tipo di vissuto…


«Ho preso spunto da quella versione, di malinconia e di nostalgia lei ne sapeva molto. In questo disco non ho voluto stravolgere troppo le canzoni, non mi sentivo in grado di dettare legge su dei classici ciclopici, ma nemmeno su pezzi più recenti. Nel caso specifico di “Have Yourself a Merry Little Christmas” mi sono rifatta all'interpretazione di Judy Garland, conosco la sua vita, da ragazzina avevo scoperto che era la mamma di Liza Minelli, artista che ho sempre adorato. Quindi ho involontariamente assorbito i drammi di questa famiglia, in più ho particolarmente apprezzato il film con protagonista Renée Zellweger, lo reputo straordinario».

Il repertorio natalizio affonda le proprie radici nella tradizione anglo-americana, in generi musicali a te molto affini, praticamente ci sei andata come si suol dire a nozze. Quanto ti sei divertita e quanto è stato per te stimolante?


«Moltissimo, mi sono trovata a lavorare con il produttore Luca Serpenti, trovando con lui un'intesa immediatissima. Ci siamo divertiti. Inoltre c'era la possibilità di lavorare sull'arrangiamento dei cori e sono impazzita di gioia, perché finalmente potevo riempire le canzoni con tutte le voci che volevo (ride, ndr), senza temere di datare troppo qualcosa, perché alla fine le canzoni natalizie non hanno età, non c'è vecchio o nuovo.. È stato un bellissimo ritorno in sala di registrazione, sono tornata un po' indietro con il tempo, quando da ragazzina mi divertivo un sacco a cantare queste cose. È stato bello».



Per un po’ di anni in Italia c’è stata una sovrapposizione di dischi natalizi, quasi una saturazione. Ultimamente la cosa è andata un po' a scemare e qui viene fuori lo spirito, ciò quando una cosa la fai per moda o per il piacere di farla...


«Assolutamente, io non faccio più niente per moda... anche perché nella famiglia in cui mi sono ritrovata diciamo che di moda ne sanno molto e ho imparato davvero molto da loro. In primis a non gettarmi in progetti fini a se stessi solo per creare curiosità, questo a discapito di un po' più di visibilità, però faccio quello che mi sento di fare. Anche adesso, le persone che ho intorno mi stanno implorando di lavorare di più con i social media. Ok, lo faccio, però a modo mio. Devo essere io, non posso inventarmi o calarmi in altri panni, prendere dei format, no.. non ce la faccio, andrei contro me stessa, mi sentirei presa in giro».

Con un album natalizio appena pubblicato, non posso che concludere chiedendoti: quale regalo ti piacerebbe ricevere quest’anno sotto l’albero?


«Guarda, l'ho detto a tutti... al punto che se non me lo regala la mia famiglia credo che sarete voi giornalisti a fare una colletta per farmelo arrivare: un iPad nuovo... perché quello vecchio ormai è sfinito e non ce la fa più. Ecco, sotto l'albero quest'anno vorrei un iPad per potermi vedere le mie serie preferite!».


Videointervista ad Alexia


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