"Andare oltre", Niccolò Fabi celebra la grandezza di ritrovare se stessi
La recensione del nuovo singolo del cantautore romano, che si lascia andare ad un racconto fedele e introspettivo, sentimentale e non sentimentaloide

Ci sono canzoni che necessitano più di un ascolto per essere comprese, accolte e amate. "Andare oltre" è una di queste, sinonimo di un'accurata ricerca empirica da parte di Niccolò Fabi, cantautore che all'interno della sua penna riesce sempre a coniugare una buona dose di classe con l'innato talento nel coinvolgere sia i singoli che le masse.
Privo di sovrastrutture, il linguaggio del cantautore romano è elevato quanto diretto, capace di raggiungere l'interlocutore con la stessa potenza di una carezza ricevuta dopo uno schiaffo. Il testo non rappresenta altro che un elogio alla capacità di buttarsi alle spalle il dolore, rinascere dai nostri ostinati e ingannevoli retropensieri più che dalle ceneri stesse.
Grande prova di maturità per Niccolò Fabi che sfodera eleganza e pathos al servizio degli ascoltatori più fragili, di chi per un periodo o per una condizione ogni tanto si è sentito un po' nomade e un po' sfollato. Ricominciare non è mai un esercizio semplice, perdonare e perdonarsi si manifestano come due autentiche e salvifiche opportunità.
Voltare pagina non è soltanto un grande atto di coraggio verso noi stessi, ma anche un attestato di affetto verso gli altri, per non vivere aggrappati al fallimento e al ricordo, spingendoci oltre le condanne e le punizioni che ci siamo autoinflitti. La verità è che la rassegnazione non allevia la sofferenza, piuttosto la perpetua nello spazio e nel tempo.
In tal senso, “Andare oltre” non è altro che una lezione di vita, non di quelle che si leggono sui libri di filosofia, ma che si incontrano sia tra i vicoli popolari che nei quartieri ben frequentati, in quel vissuto che Niccolò Fabi traveste di esperienza e di poesia. Perché non c'è nulla di più evocativo dell'assistere alla ripresa di un'esistenza incompiuta.