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Angelina Mango: «Ho imparato a guardare le cose da un’altra prospettiva». L'INTERVISTA

Reduce dall'esperienza di "Amici", dove si è aggiudicata la categoria Canto, il Premio della Critica e il Premio delle Radio, Angelina Mango si racconta alla vigilia dell'uscita del suo nuovo progetto discografico "Voglia di vivere"

ph Andrea Bianchera


Perfezionare la tecnica senza tralasciare l’aspetto comunicativo, arrivando a emozionare chi ti ascolta: questo è il segreto dei grandi artisti. Una lezione che Angelina Mango ha già fatto sua all'età di ventidue anni, anche grazie all'esperienza di "Amici" appena conclusa. Un passaggio di vita importante, che le ha permesso di esternare, ottimizzare, espandere e potenziare il suo innato talento.


"Voglia di vivere" è il titolo del suo nuovo progetto discografico, in uscita il prossimo 19 maggio per 21co/LaTarma Records con distribuzione BMG. In scaletta cinque inediti: "Ci pensiamo domani", "Mani vuote", "Voglia di vivere", "Vita morte e miracoli" ed "Eccetera", più la cover di "Nove maggio" di Liberato realizzata dal vivo. Un lavoro che vale la pena approfondire dalla voce della diretta interessata.


Intervista ad Angelina Mango


Chi come noi ha seguito il tuo percorso finora in ogni sua tappa, si rende bene conto del momento davvero importante che stai attraversando, quindi la prima domanda… sarà banale, ma non può che essere… come stai?


«Sto benissimo, sono sconvolta! Sono veramente molto felice, non so come spiegarlo. È stata un’esperienza che mi ha arricchito tantissimo, ma ogni cosa che dico non mi sembra abbastanza, perché vorrei riuscire a raccontare bene tutte le cose che sto provando. Sono molto spaesata, questo è sicuro, però sto lavorando... questo per me è un sogno. Sinceramente non potrei chiedere di più».


Pensi possa essere stato il tuo approccio da musicista, oltre alla tua grande curiosità, il valore aggiunto che ti ha permesso di sperimentare e di cimentarti in generi diversi, fino a conquistare i favori di un pubblico più trasversale?


«Boh, può darsi di sì. Il mio è un approccio umano, prima che da musicista, ma forse le due cose vanno di pari passo. Se una persona fa musica perché ama farlo, ciò che le serve è la verità. Il resto è utile, ad esempio in questi ultimi mesi nella scuola ho studiato molta teoria musicale, ma sul palco alla fine conta la pancia. "Amici" mi ha abituato, anche se alla fine non ci si abitua mai, alle emozioni forti e ai cambi di programma. Questo credo sia importante, soprattutto nel nostro lavoro».


All'inizio, prima di decidere di partecipare al talent show, ci saranno state da parte tua delle normali riflessioni e perplessità. Pensi che questa esperienza ti abbia aiutato a superare delle paure?


«Non ho avuto titubanze dopo essere entrata, ma ne avevo tante prima. All’inizio non avevo intenzione nemmeno di provare ad entrare ad “Amici”, davo per scontato il fatto che poi sarei stata male… il perché non lo so, ma era scontato per me che non sarei riuscita ad arrivare alla fine di questa esperienza. Invece non è stato così e questa lezione mi è servita per superare delle paure che, tutto sommato, erano presenti solo nella mia testa... come accade spesso per la maggior parte delle preoccupazioni in generale».


Ascoltando "Voglia di vivere", viene fuori questa perpetua altalena tra leggerezza e profondità. Ti sei sentita in egual misura a tuo agio sia in pezzi leggeri che in brani più introspettivi?


«Certo che sì! Francamente credo che sia importante essere obliqui in tutto nella vita, io stessa non saprei definire una mia comfort zone, di conseguenza non saprei nemmeno etichettarmi. La musica è un po’ come l’amore, basta farla… il resto chi se ne frega!».



Ripensando a “Monolocale”, il tuo album d’esordio uscito due anni e mezzo fa in pieno lockdown, era chiaro che ci fossero un’identità, un’impronta, un carisma già delineati. L’impressione è che gli elementi che arredano il tuo mondo non siano cambiati, ma che piuttosto tu abbia sviluppato un certo gusto da arredatrice d’interni, arrivando alla consapevolezza che a fare la differenza, a volte, è anche l’ordine in cui vengono esposti quegli stessi elementi...


«Sai quante volte mi capita di cambiare ordine dei mobili e degli oggetti presenti nella mia stanza? Quando ero più piccola lo facevo almeno due volte all’anno! Ancora oggi, se mi trovo per un po’ di tempo all’interno di un posto, mi viene d'istinto la voglia di stravolgere e spostare tutto. Stessa cosa mi capita con la musica, proprio come dici tu, anche se gli elementi alla fine sono sempre gli stessi... perché fanno parte di me. A un certo punto, però, bisogna imparare a guardare le cose anche da un’altra prospettiva… altrimenti sai che noia!».


A tal proposito, mi viene in mente un’intervista che mi è capitato di realizzare qualche anno fa con tua mamma al telefono. Le chiesi quanto tempo avesse a mia disposizione, mi rispose quanto avrei voluto, perché tanto era all’Ikea con sua figlia Angelina e che, in genere, lei era solita trattenerla lì per ore ed ore…


«Esattamente (ride, ndr). Guarda, non vedo l’ora di tornare all’Ikea! È il posto che mi è mancato di più visitare in tutti questi mesi di isolamento, insieme a Tiger…».


Com’è stato riabbracciare mamma e tuo fratello Filippo?


«E’ stata un’emozione veramente strana, fortissima, non mi sembrava vero. Sentire al tatto la pelle dei propri cari, dopo che per sei mesi ho toccato e avvertito la presenza delle stesse persone, è un’esperienza che devo ancora capire e completare, perché sento di aver bisogno di tempo per realizzare e metabolizzare tutto quello che mi sta capitando».


Nella scuola hai avuto modo di interfacciarti con grandi professionisti del settore, a cominciare dalla stessa Maria De Filippi. Quali sono i suoi insegnamenti che porterai maggiormente nel cuore?


«Sicuramente Maria mi ha insegnato tantissimo, sia a livello artistico che personale. Penso che con la mia voce io possa fare tantissime cose, però, mai come in quest’esperienza, ho capito che la voce è l’ultima delle priorità per saper stare su un palco. Spesso, la mia paura è stata quella di restare ingabbiata in questo giudizio, sul fatto che avessi una bella voce e basta. Col tempo ho capito che l’unica cosa che conta è arrivare alle persone e l’esperienza di “Amici” mi ha permesso di cimentarmi in pezzi parlati, o in brani in cui comunque lo sforzo vocale era minimo. Questa credo che sia la lezione più grande che mi potrebbe essere utile nel lavoro, senza tralasciare gli insegnamenti umani, che sono stati veramente tanti e preziosi. Di tutto questo, non posso che ringraziare davvero Maria».


Nella nostra precedente intervista, realizzata poche settimane prima della tua entrata ad "Amici", ci hai detto: “la musica rende la mia vita un pochino più coerente, ma ti aiuta a mettere a posto le cose”. Tutta questa ondata di affetto e di consensi che ti sta travolgendo, aiuta in qualche modo a placare il tuo caos interiore o perlomeno a metterlo un po’ in ordine?


«Sai cos’è cambiato? Ora non sento più la necessità di mettere in ordine proprio niente, ho imparato ad accettare la cosa. C’è caos, ok, va bene anche così!».


Videointervista ad Angelina Mango



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