Coma_Cose: «A Sanremo per raccontare il nostro ritrovamento». L'INTERVISTA
Quattro chiacchiere con California e Fausto Lama, alla vigilia della loro seconda partecipazione sul palco dell'Ariston con il brano "L'addio"

ph Attilio Cusani
Duo sul palco e coppia nella vita, questo e molto altro ancora sono California e Fausto Lama, alias i Coma_Cose. A due anni di distanza dall'esordio con "Fiamme negli occhi", tornano al Festival di Sanremo per lasciare nuovamente il segno, questa volta con una canzone ancora più intima, intitolata "L'addio" e prodotta da Fabio Dalè e Carlo Frigerio dei Mamakass. In questa intervista, ci raccontano com'è nato il brano, cosa li ha spinti a tenerlo in un cassetto e a non inserirlo nel loro ultimo disco "Un meraviglioso modo di salvarsi", pubblicato lo scorso novembre.
Intervista ai Coma_Cose
Cosa vi aspettate da questa seconda volta sul palco dell’Ariston e quale messaggio vi piacerebbe lanciare con "L'addio"?
«Ci aspettiamo sicuramente qualcosa di nuovo, nonostante la nostra prima partecipazione risalga a soli due anni fa. In quel caso si trattava di una situazione diversa, sia per l'assenza del pubblico in sala che per quanto concerne i vari momenti della nostra vita comune. Portiamo un brano decisamente più fragile. perché "Fiamme negli occhi" parlava sì della nostra storia, ma in una maniera un po' più scanzonata. "L'addio" affronta un tema diverso, parla di un allontanamento e di un conseguente ritrovamento. Siamo sicuramente più emozionati nell'affrontare questa storia, certi che la stragrande maggioranza delle coppie che stanno insieme da un po'' di tempo, vivono o hanno vissuto quello che cantiamo».
Un brano che racconta un vostro momento intimo, questo a sottolineare la verità che ha sempre contraddistinto il vostro percorso. “L’addio non è una possibilità” è uno di quei claim che valgono una carriera, in tutta la sua poeticità e anche semplicità. Di chi è stata l'intuizione?
«L'intuizione è arrivata a Fausto, che in genere confeziona il brano dopo aver buttato giù l'idea insieme. Quella frase specifica è stata aggiunta dopo la stesura dei ritornelli, sentivamo che mancava un messaggio che rigirasse il concetto stesso della canzone, l'addio inteso quasi come un paradosso, perché rappresenta la massima promessa d'amore che si può rivolgere a una persona. Il concetto è: se neanche un addio può far finire un amore, allora vuol dire che si tratta di un sentimento che va al di là della relazione stessa. E questa è un po' la promessa che ci siamo fatti».

Per citare un altro bel passaggio del testo, in questo momento vi sentite più piloti o passeggeri?
«Per indole ci sentiamo entrambi piloti in ciò che facciamo, perché ci piace fantasticare e avere la voglia di fare. Però siamo anche consapevoli di essere passeggeri della vita, in balia degli eventi, per quanto possiamo decidere o scegliere di fare, determinate cose o situazioni non sono affatto controllabili».
La vostra trasparenza si evince anche dal fatto che siete tra i pochi artisti che non si sono fatti certo problemi a far intendere, in tempi non sospetti, la vostra candidatura al Festival. Eravate sicuri della forza del pezzo o più semplicemente vi siete guardati e vi siete detti: "o la va o la spacca, rischiamo"?
«Assolutamente la seconda che hai detto. O la va o la spacca, perché quel brano lì era piaciuto sia a noi che alla nostra etichetta, pensando e sperando che potesse trovare uno spazio all'interno del Festival. Siamo consci che si tratta del più grande palcoscenico italiano e che da lì si possono lanciare dei messaggi, oltre che delle canzoni. Così ci siamo detti: "proviamoci, crediamoci", incrociando le dita. Il disco è uscito senza questo brano, anche se non avevamo nessuna sicurezza che potesse poi rientrare nei gusti di Amadeus, infatti lo abbiamo scoperto attraverso il telegiornale. Insomma, abbiamo rischiato, anche perché un pezzo del genere sarebbe stato difficile riuscire a raccontarlo in un contesto diverso. Com'è che si dice? La fortuna aiuta gli audaci!».
Questo atteggiamento ha premiato, anche perché Amadeus ha raccontato che il vostro è stato il primo pezzo che aveva opzionato nella sua testa per il suo quarto Festival e che da lì ha costruito il resto del cast. Che idea vi siete fatti del livello degli artisti che condivideranno con il voi il palco quest’anno?
«Il cast è fighissimo, davvero molto vario, perché abbraccia un bel panorama e rappresenta una fotografia ideale della scena musicale italiana. Siamo molto curiosi di ascoltare tutti i brani, ma non ti nascondiamo che ci piacerebbe collaborare con diversi artisti in gara, partendo da Colapesce Dimartino che conosciamo e ammiriamo da tempo. Poi ci incuriosisce Rosa Chemical, siamo suoi fan. Insomma, c'è tanto da scroprire e saremo anche spettatori di questo Festival alle porte».