Nicola Savino: «100% Italia? Un game show per capire come siamo diventati» - L'INTERVISTA
È uno dei volti più simpatici e amati del piccolo schermo, nonché una voce radiofonica di lungo corso. Lui è Nicola Savino ai nastri di partenza per una nuova avventura su TV8

Si chiama 100% Italia il nuovo game show prodotto da Banijay Italia condotto da Nicola Savino, in onda a partire dal 12 settembre, dal lunedì al venerdì, alle ore 20.30 su TV8.
Il gioco si pone l'obiettivo di sondare le opinioni e le abitudini degli italiani, con domande poste a un campione selezionato e rappresentativo della popolazione, chiamato a rispondere sugli argomenti più disparati.
Per scoprirne di più abbiamo incontrato e intervistato il padrone di casa, Nicola Savino, alla vigilia della partenza di questa nuova avventura televisiva.
Cosa ti aspetti dall'esperienza di 100% Italia?
«Mi aspetto di divertire, di divertirmi, di entrare nelle case delle famiglie e cercare di far capire a chi guarda che cosa siamo diventati noi italiani. È un gioco, il classico gioco con un montepremi, con degli sfidanti e con dei campioni, ma che fornisce diversi spunti per imparare a capire molte cose su chi siamo veramente».
Come si articolerà il programma?
«Per ogni puntata ci saranno circa sette-otto sondaggi, i primi saranno a scelta multipla, mentre i successivi saranno a scelta libera. Da una parte ci sono cento italiani che esprimo le loro preferenze, dall'altra parte le coppie di concorrenti che devono cercare di leggere nel pensiero di questo campione selezionato e rappresentativo. Non sarà sicuramente facile».
Un game show all’ora di cena, era proprio quello che mancava al tuo già corposo curriculum?
«Sì, diciamo di sì. Un game show quotidiano era quello che mancava a ciò che ho fatto fino ad ora. In realtà ne avevo già fatto uno nel 2013, "Un minuto per vincere", ma era nella fascia preserale e con frequenza settimanale. Quindi, molto diverso».
Ci sono delle trasmissioni o dei presentatori a cui ti sei ispirato o che semplicemente ti hanno fatto ambire nel voler misurati con questa fascia oraria?
«Tutti i giganti che fanno i game adesso, molti dei quali sono nati come me dalla radio, cito Gerry Scotti, Amadeus e Carlo Conti, ma poi ci sono anche Paolo Bonolis e Flavio Insinna, naturalmente. Tutti loro sono, in qualche maniera, un riferimento».
Un nome che hai appena nominato ce lo avrai come diretto competitor ed è un amico di vecchia data, sin dai tempi della Radio Deejay targata Cecchetto. Parlo naturalmente di Amadeus…. avete avuto modo di sentirvi?
«Ci siamo visti per caso al ristorante e mi ha augurato "in bocca al lupo". Lui è molto carino, una persona con cui ho condiviso un pezzo di vita insieme, sia a Radio Deejay che al Festivalbar. Tra i venti e i trent'anni, sono stato molto vicino ad Amadeus, per me è un maestro, per il momento direi irraggiungibile a livello di capacità, soprattutto dietro le quinte. Se posso dire, è un bravissimo presentatore, ma come direttore artistico è insuperabile».
Per quanto riguarda la decisione di lasciare Mediaset, se ne è un po’ parlato, ma da quello che si percepisce è che si sia trattato di una scelta serena e indolore, no?
«Sì, io tendo a non bruciare gli accampamenti quando passo (ride, ndr), di non fare opera di devastazione. Sono una persona perbene che si è trovata tra persone perbene, mi hanno sempre trattato con grande umanità, ma è lavoro, questo è lavoro».
Per concludere, a proposito del leitmotiv del programma, ossia sondare le opinioni degli italiani, qual è la proiezione che ti piacerebbe riuscire a dare del nostro Paese… in un momento così particolare… attraverso questa tua nuova esperienza televisiva?
«L'immagine di un Paese che, nonostante gli ultimi due anni terrificanti, alza la testa e ce la fa. Anche se tutti noi dovremo ancora per un po' stringere i denti, spero non per il freddo nel prossimo inverno, ma ciò che mi piacerebbe venisse fuori è questa resilienza che abbiamo nel nostro DNA, questa forza che abbimo nell'incassare i colpi e andare avanti».