Gabriele Lopez: «Sono grato alla musica per creare connessioni umane e artistiche»
È disponibile in radio e in streaming a partire dallo scorso 18 ottobre "Insieme a te sto bene", rilettura del brano inciso da Lucio Battisti nel 1971

Tempo di nuova musica per Gabriele Lopez, un artista a 360 gradi: polistrumentista, cantante, compositore e doppiatore, figlio e nipote d'arte rispettivamente di Giorgio e Massimo Lopez. Per il suo ritorno discografico ha scelto di reinterpretare "Insieme a te sto bene", canzone che lo ha aiutato a superare un periodo difficile e a ritrovare la sua bussola.
Partiamo dal tuo ritorno musicale segnato da “Insieme a te sto bene”, rilettura del brano di Lucio Battisti. Cosa ti ha spinto a scegliere proprio questo pezzo?
«Da bambino ascoltavo tantissimo Battisti soprattutto grazie a mia madre che amava molto le sue canzoni. In casa c’erano molti vinili e ricordo bene i pomeriggi passati a inebriarsi della sua musica. Poi circa un anno fa mi è capitato di passare una serata ad ascoltare alcuni suoi pezzi tra cui proprio “Insieme a te sto bene”. Questa canzone in quel momento particolare mi ha colpito e mi ha smosso qualcosa a livello emotivo. Mi è venuta subito l’idea di risuonarla a modo mio».
C’è una frase che, secondo te, sintetizza e rappresenta al meglio il senso di questa canzone nonché l’anima della coppia Mogol-Battisti?
«Forse la più forte e caratterizzante è “Non spiegarmi chi sei, perché vai sempre bene per me”. Quando l’amore e il sodalizio sono assoluti, non serve parlarsi per dirsi le cose che contano, basta uno sguardo. Io l’ho capito col tempo che in effetti “corre e vola”. A volte si parla solo per riempire dei vuoti che non sempre le parole colmano».
A livello musicale, che tipo di ricerca c’è stata per il nuovo arrangiamento insieme a Fabrizio Palma, Lino Esposito e Lino de Rosa?
«La collaborazione con Fabrizio è stata totalmente spontanea e libera. Da tempo ormai lavoriamo in sinergia nell’ambito del doppiaggio e quando mi è venuta l’idea per questa cover non c’è stato appunto bisogno di grandi spiegazioni. Lui ha ascoltato il mio provino e si è subito accesa una lampadina. E’ raro che succeda, ma quando accade è bellissimo. Dopo ha coinvolto i validissimi Lino Esposito e Lino de Rosa per impreziosire il tutto. Infine ho coinvolto Francesco Forni, che ha suonato con me anche in precedenza e in qualche live, per caratterizzare l’arrangiamento con uno stile chitarristico alternative/indie. Ne è venuta fuori una vera e propria featuring. Sono davvero contento del risultato e soprattutto sono grato alla musica perché mi dà modo di creare queste connessioni umane e artistiche che ritengo abbiano un gran valore emotivo al di là della riuscita di un’operazione».

Hai raccontato di aver trascorso un periodo difficile e che questo brano ti ha dato la forza di ricominciare a fare musica. In che termini la musica influenza le tue giornate e come è cambiato nel tempo il vostro “rapporto”?
«La musica c’è sempre stata, fin dalla mia prima infanzia. Pur facendo sempre parte della mia vita, negli ultimi anni mi sono trovato a dover far fronte ad altre priorità, a doverla quindi mettere “nel cassetto” per un po’. Poi è mancato papà e ho avuto la sensazione di rimanere bloccato dentro me stesso. Quando ho ripreso in mano la chitarra per suonare Battisti si è contestualmente riaperta la vena creativa e ho ricominciato a scrivere. Spero proprio che l’anno nuovo mi conduca verso la pubblicazione di un nuovo disco. In effetti questa è l’idea».
Sei molto noto anche nell’ambiente del doppiaggio, hai dato voce a diversi personaggi del grande e del piccolo schermo. A quale sei legato maggiormente?
«Sicuramente al personaggio di Leonard (Johnny Galeki) nella serie The Big Bang Theory, che mi ha portato molta fortuna. Poi ho amato molto il ruolo del “Pinguino” nella serie Gotham e ultimamente quello di “Colui che rimane” nella serie Marvel Loki».
Potendo sognare in grande, c’è un grande attore che ti sarebbe piaciuto doppiare e un grande cantante con cui ti sarebbe piaciuto duettare?
«Facilissimo: mi sarebbe piaciuto doppiare Brad Pitt se fossi stato della sua generazione, ma ovviamente lo dico soprattutto perché adoro la sua voce italiana che è il grande Sandro Acerbo, che ammiro molto e che oltretutto è stato uno dei miei maestri al leggio. Sogno un duetto con Paolo Nutini, artista che amo e che è uscito da poco con un grande album».
