top of page
Dektop 970x90.gif

Gemini: "Ci confrontiamo con i giovani, ma amiamo omaggiare i grandi come Gino Paoli"

Dopo aver partecipato al programma The Band, su Raiuno, con Ancora tu, i Gemini sono stati tra i protagonisti di luglio e agosto con la loro Sapore d'estate

Ph Marian Moscaliuc


I Gemini sono un gruppo laziale che da diverso tempo fa ballare con un pop energico e sempre originale. Dopo aver partecipato al programma The Band, su Raiuno, con Ancora tu, i Gemini sono stati tra i protagonisti di luglio e agosto con la loro Sapore d'estate. Si tratta di un brano dai ritmi e dalle parole spensierate, dove si fanno spazio però anche i sentimenti. Una canzone che ha tutti i crismi per diventare iconica di un gruppo contemporaneo e altresì ancora legato a un certo modo di fare musica, utilizzando melodie vere, realizzate con strumenti veri. Un po' diversamente da come fanno i giovani di oggi, che si rivelano sempre più distanti dalla voglia di scoprire i misteri della musica. Ne abbiamo parlato anche con Antonio Samabalotti, leader dei Gemini, nostro ospite nell'intervista di oggi.


Cosa significa il “sapore d'estate”?

Il sapore d'estate vuol dire tante cose. Se lo intendiamo dal punto di vista culinario, il mio pensiero va subito a qualcosa di semplice e fresco, qualunque piatto condito con del pomodoro! Oppure può essere interpretato per i suoi colori, la voglia di mare, il divertimento. Insomma l'estate ha un sapore inimitabile che racchiude tutta la sua essenza. Ma il titolo della canzone, in realtà, è un omaggio a Gino Paoli e al suo “Sapore di sale”.



Un brano intramontabile che ormai ha 58 anni.

La bella musica resta sempre e in qualche modo ritorna. Anche nel ritornello diciamo “ti vieni a sdraiare”: la canzone di Paoli mi ricorda più di ogni altra l'estate e questa era una bella occasione.


Ma questa stagione è davvero uno stato d'animo?

Sì, Sapore d'estate lo conferma. La canzone è un po' un inno anche allo spirito del divertimento extrascolastico, che per noi è un ricordo, ma non deve mai mancare nemmeno negli altri periodi dell'anno e a qualunque età. Il bello di quei tre mesi è che ci si sentiva ininterrottamente liberi da impegni scolastici e dalle diverse attività: chi ha mai fatto davvero i compiti delle vacanze? L'estate fa assaporare quel senso totale libertà, possibilità di stare con gli amici disinteressandosi della routine.


Ci sono anche due ballerini giovanissimi.

Sì, ci piace confrontarci con i più giovani e le loro storie, coinvolgendo ragazzi molto talentuosi: lo avevamo già fatto anche con il brano Come si fa. Noi sbirciamo al loro modo di divertirsi e, allo stesso tempo, noto che in qualche modo invidiano il nostro passato, in cui c'erano più cose da fare col cambio di generazione. Siamo stati fortunati a vivere quell'epoca.


Però per tutte le epoche e le generazioni, vale il concetto per cui l'estate deve raccontare il divertimento.

Il divertimento è sicuramente la prerogativa che rimane attribuita all'estate e appartiene a tutte le generazioni. Anche per questo, nel testo di Sapore d'estate abbiamo cercato di usare parole che possano essere valide in ogni epoca. Oggi si postano le foto con gli amici sui social e si chiamano selfie, ma in effetti sono sempre esistite, anche quando si chiamavano autoscatti. Il Cuba Libre, di cui parliamo nella canzone, esisteva ed esisterà per sempre.


Qualcuno durante la pandemia aveva detto che sarebbero scomparsi i concerti negli stadi. L'estate 2022, invece, sembrerebbe dire il contrario. Vuol dire che siamo tornati alla normalità?


Vedere ancora una volta gli stadi pieni fa pensare che tutto si stia davvero riprendendo a pieno ritmo. È difficile ipotizzare cosa succederà nel futuro, ma quel che è certo è che non si è persa la voglia di ascoltare musica e viverla in un certo modo. I concerti live coinvolgono ancora, almeno una certa generazione. Io sono andato a vedere Vasco e De Gregori con Venditti all'Olimpico di Roma: animali da palcoscenico come loro, che ti fanno ripercorrere la storia della musica italiana, ti portano inevitabilmente a questi eventi.


Ma i concerti negli stadi non rischiano di diventare una grande riunione di fan, dove si perde il valore musicale?

Sicuramente hanno un valore affettivo, più che qualitativo. L'acustica negli stadi, in particolare in certe postazioni, non è certo delle migliori. Dal punto di vista emozionale per l'artista, però, è il massimo: li hai tutti lì con te, a dimostrazione la musica è uno strumento di condivisione e di festa. Pensiamo solo all'emozione del pubblico quando 60 mila persone cantano lo stesso brano: posso solo immaginare cosa provi chi canta in quel momento. E poi c'è anche un altro vantaggio nel cantare con la gente che ti accompagna.


Quale?

L'artista può persino sbagliare sul palco, in quel caso, e il pubblico lo amerà lo stesso, sentendolo più vicino, più vero. Sono tutti lì per vivere un'emozione, non per porre attenzione ai dettagli sonori.


Il modo di ascoltare la musica è uguale anche per i più giovani?

Non credo: mi sembrano più concentrati su un ascolto individuale, nelle cuffie e, senza muoversi troppo; tutto è già pronto e immediato. Quando noi avevamo 18/20 anni, organizzavamo un paio di macchine per andare dove c'era qualcosa. Eravamo sempre alla ricerca dell'evento, qualcosa di nuovo da andare a vedere. Oggi i giovani sembrano più distanti dai concerti musicali.


Colpa della società che cambia?

Sì, cambiano i tempi, le prerogative e le prospettive. Da ragazzino invidiavo chi aveva il cellulare, oggi invidio uno che non ce l'ha e riesce a farne a meno vivendo tutto di persona. In troppi oggi, adulti e giovani, si perdono nel mondo virtuale. Si parla di attualità con i social, basandosi su ciò che viene descritto nei post degli amici e, inevitabilmente, si perde il senso di ciò che accade. Quest'estate mentre stava cadendo il governo sembrava che non interessasse quanto altre notizie di gossip.




bottom of page