J-Ax compie cinquant'anni, una vita a tutto rap strizzando l'occhio al pop
Traguardo anagrafico importante per il noto rapper milanese, per una carriera ai vertici delle classifiche

Lo zio del rap italiano: questo e molto altro ancora è Alessandro Aleotti, alias J-Ax, artista che attraverso le sue molteplici vite è riuscito sempre a restare sulla cresta dell'onda. Un precursore, uno tra i primi rapper ad esportare dagli Stati Uniti il freestyle quando, all’inizio degli anni ’90, si è ritrovato insieme al disc jockey Vito Perrini, al secolo Dj Jad, a fondare gli Articolo 31.
Il duo ha inciso ben sette album di inediti, riscuotendo numerosi successi diventati oggi dei veri e propri pezzi cult, tra cui ricordiamo “Tocca qui”, “Voglio una lurida", "Ohi Maria”, “Tranqi funky”, “Il funkytarro", “Così e cosà”, "Domani”, “La fidanzata”, “Senza regole", "Guapa loca", "Volume”, “Domani smetto”, “Spirale ovale”, “Non è un film”, “La mia ragazza mena”, “Senza dubbio”, “L’italiano medio”, “I consigli di un pirla” e "Nato sbagliato".
Dal 2006 ha intrapreso la carriera solista riuscendo, anno dopo anno, a ricominciare da zero riconquistando la fiducia di un nuovo pubblico plurigenerazionale. Tra le canzoni che arricchiscono il suo repertorio targato nuovo millennio, spiccano: “Ti amo o ti ammazzo”, “Piccoli per sempre”, “Deca dance”, “Il bello d’esser brutti”,“Maria Salvador" con Il Cile, “Intro”, "Vorrei ma non posto" con Fedez, "Tutto sua madre", "Ostia lido", "La mia hit" con Max Pezzali e "Una voglia assurda".
Il segreto del suo successo? L'onestà delle sue canzoni, come ha più volte spiegato anche in occasione dell'uscita del suo album "ReAle": «Essere reale significa tenere in alto il dito medio quando il potere prova a schiacciarti, significa giocare una partita onestamente, quando sai che le carte sono truccate, significa cadere sette volte e rialzarsi otto… È avere fame anche quando hai la pancia piena, è guardarsi finalmente dopo tanto tempo e dire sono un perdente che ha vinto».
Per tutte queste ragioni, J-Ax si è sempre mostrato come un artista dalle mille sfaccettature, aperto alle collaborazioni e alle contaminazioni con mondi musicali diversi. Il tutto legato dal filo conduttore di un unico racconto, fatto di episodi personali ma anche di storie che non lo riguardo direttamente e che lo hanno semplicemente toccato, con la semplicità di un eterno ragazzo e la consapevolezza di chi è diventato poi padre, ma che in fondo è sempre rimasto lo zio per più generazioni.