La nuova tariffa Dazn fa infuriare gli utenti ed è pioggia di disdette
Aggiornamento: 29 ago 2022
Gli abbonati in rivolta contro l'aumento del prezzo per gli account condivisi. Interviene l'Unione Nazionale Consumatori con un esposto all'Antitrust

Terremoto nel mondo dello streaming sportivo dopo la comunicazione dei cambiamenti dei piani tariffari di Dazn. La piattaforma, che detiene i diritti del campionato di Serie A, ha notificato ai clienti una riforma dell'offerta, che sarà attiva a partire da settembre. In particolare, sarà possibile scegliere tra due abbonamenti: uno Standard, al costo di 29,99 euro, in cui sarà possibile usufruire della visione in contemporanea da due dispositivi solo se connessi sotto la stessa rete internet. L’abbonamento Plus, invece, permette lo streaming simultaneo su due device anche in luoghi diversi al costo di 39,99 euro. Un aumento di prezzo per il servizio degli account condivisi, di cui fino ad oggi gli abbonati hanno potuto usufruire al costo dello Standard.
GLI UTENTI CONTRO DAZN
Immediata la reazione degli abbonati. Dopo la notizia, molti utenti hanno manifestato le loro rimostranze sui social. In particolare su Twitter, dove Dazn ha raggiunto il vertice dei trendig topic. Oltre agli immancabili meme, in molti hanno protestato con il mezzo più incisivo: la disdetta dell’abbonamento.



L’ESPOSTO ALL’ANTITRUST
Dazn ancora non ha risposto alle contestazioni dei clienti. Intanto, però, si è mossa l’Unione Nazionale Consumatori, che ha presentato un esposto all’Antitrust, “in primo luogo perché nella comunicazione inviata agli utenti Dazn comunica le variazioni contrattuali, e gli aumenti già surreali, senza ricordare contestualmente all’abbonato il suo sacrosanto diritto di poter recedere, in violazione delle norme a tutela degli utenti”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “È inaccettabile, poi, farsi gioco dei tifosi che seguono il calcio in televisione. Dazn è già stata graziata nella precedente stagione dal ritardo con il quale Agcom ha cambiato le regole sulla qualità delle trasmissioni, di fatto non pagandone il costo. Ora attendiamo il pronunciamento urgente dell’Antitrust”, conclude Dona.
Fonte Agenzia DIRE