"La prima festa del papà", sensibilità e spessore nel nuovo singolo di Tiziano Ferro
La recensione de "La prima festa del papà" il nuovo singolo di Tiziano Ferro, secondo estratto da "Il mondo è nostro", disco rilasciato lo scorso 11 novembre

ph Walid Azami
Dopo il successo riscosso con l'apripista "La vita splendida" (qui la nostra recensione), Tiziano Ferro torna in rotazione radiofonica con il secondo singolo estratto da "Il mondo è nostro", disco rilasciato da Virgin / Universal lo scorso 11 novembre.
"La prima festa del papà" è l'ennesimo manifesto maturo e consapevole del cantautore di Latina, un brano che affronta il tema della paternità con eleganza e poesia. Non a caso, lo stesso artista l'ha descritta come «la canzone più complessa e al tempo stesso onesta che potessi scrivere sulla mia esperienza da padre».
Il risultato è una ballata intima e profonda, sentimentale ma non stucchevole, onesta ma non ostinata. Tra le righe del testo viene sdoganata e celebrata l'attesa, l'attesa di un sogno che agli occhi dell'artista appariva incompatibile, a causa di un severo giudizio che, col senno di poi e con il passare degli anni, si è rivelato soltanto un banale pregiudizio.
Il proseguo ideale del messaggio racchiuso all'interno de "La vita splendida", nonché il brano più adatto per descrivere e fotografare chi è Tiziano Ferro oggi: un uomo che non ha paura di raccontarsi e di raccontare uno stato d'animo condiviso.
Tra le note e le righe de "La prima festa del papà" c'è il desiderio di restituire importanza e valore ai propri desideri, andando al di là delle convenzioni sociali. Tiziano Ferro lo racconta alla sua maniera, con intensità e prospettiva, ponendo l’accento sul tema dell'istinto, innato o rinnovato che sia.