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"La teoria del caos", Nek e la sua ricerca di equilibrio nella pratica dell'imprevedibilità

La recensione de "La teoria del caos", il nuovo singolo di Nek, un brano che affronta con spirito e sapienza l'incognita di una quotidianità spesso condizionata dal fato

ph Cosimo Buccoleri


Si intitola "La teoria del caos" il nuovo singolo di Filippo Neviani, alias Nek, fuori dallo scorso 11 novembre e contenuto in qualità di unico inedito nella raccolta “50|30”, in uscita per Warner Music Italy il prossimo 2 dicembre.


L'artista prende spunto da un modello matematico e lo trasforma in una vera e propria massima di vita, partendo dal principio che considera il cuore come un muscolo meccanico il cui battito va tenuto costantemente in allenamento.


“Non si può stare soli: lo so io, lo sai anche tu” recita il passaggio ricorrente del testo, come a ricordarci di quanto la natura umana stessa sia basata sulla condivisione dei sentimenti, tra alti e bassi emotivi, in situazioni che non possiamo governare.


Musicalmente parlando, la voce di Nek si muove agiatamente su un tappeto elettronico, tessuto abilmente da una chitarra acustica che accompagna l'intero brano rendendolo più morbido, meno sintetico e funzionale sin dal primo ascolto.


In tal senso, "La teoria del caos" è un manifesto maturo e positivo, pregno di speranza e carico di buone intenzioni, che ci sprona a riflettere sul valore che diamo a noi stessi, ai rapporti interpersonali e, forse, sul senso che attribuiamo alla nostra esistenza.



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