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Laura Pausini pronta per un nuovo album? Le ultime dichiarazioni della cantante

L'ugola di Solarolo non fornisce indizi, ma rivela sfogandosi sui social di voler attendere ancora per uscire con il progetto migliore al momento giusto

Foto di l.Brunetti


Nel 2023 Laura Pausini celebrerà il trentesimo anniversario dalla vittoria del Festival di Sanremo con "La solitudine", episodio che ha di fatto inaugurato la sua brillante carriera. In molti scommetto che sarà proprio quello l'anno del suo ritorno, con un disco di inediti a cui l'artista sta lavorando ormai da tempo e che seguirà di un lustro l'uscita del suo precedente lavoro "Fatti sentire", pubblicato nel marzo del 2018.


Nelle ultime settimane, in risposta alla domanda di un fan a proposito dei tempi di attesa e sullo svolgimento della fase di creazione del suo nuovo progetto discografico, la cantante ha risposto su Twitter: «Quando sarò pronta con qualcosa che vale la pena, almeno per me, presentarvi.. non si esce con cose medie. Poi i gusti sono gusti, ma se per me non sono top non posso nemmeno difenderli con la mia voce».


Già nei mesi precedenti, Laura Pausini aveva rivelato di avvertire una forte mancanza della dimensione live (astinenza interrotta dal concertone corale "Una. Nessuna. Centomila" svoltosi lo scorso giugno a Campovolo), ribadendo di essere al lavoro del disco da due anni, per poi aggiungere: «Il fatto di non sapere quando sarà pronto mi fa diventare matta ma si sa, io sono una che non molla… e continuo a lavorare anche in vacanza».


Infine, anche lo scorso aprile, in occasione dell'incontro stampa di presentazione di "Laura Pausini - Piacere di conoscerti' il docufilm di Ivan Cotroneo prodotto da Endemol Shine Italy per Amazon Studios, la cantante non aveva esitato ad esprimere le sue perplessità: «L'idea era di uscire prima a ottobre 2021, poi a ottobre 2022, ma non ho ancora canzoni che sento di voler cantare sul palco».


Laura Pausini, quale direzione prendere?


La cantante romagnola, così come tutti i rappresentanti della “vecchia guardia”, risente del cosiddetto ricambio generazionale, seppur possa disporre e vantare uno zoccolo duro di sostenitori acquisiti, coltivati negli anni e provenienti da tutto il mondo. Oggi viviamo in un momento storico particolare, completamente diverso da quello dei suoi esordi, con un mercato musicale in continua evoluzione.


Spesso gli artisti del suo calibro cercano di soddisfare un pubblico ampio, rivolgendosi sia ai teenager che ad un target più adulto. Il risultato? Un ibrido che rischia di non convincere e accontentare né la generazione X, né quella Y, né tantomeno quella Z. È successo a tanti artisti nella storia della musica, si tratta di una fase ciclica attraversata da tutti i grandi, per cui un periodo di "crisi" è più che legittimo e comprensibile.


Osservando la sfolgorante carriera di Laura Pausini e riflettendo sui percorsi dei miti che l'hanno preceduta, verrebbe da consigliare una direzione ostinatamente coerente e sfacciatamente identitaria. Bisognerebbe puntare sul fattore credibilità, in modo da esprimere in pieno la sua maturità artistica, proprio come accaduto nel momento dell'uscita di "Resta in ascolto", disco di rottura datato 2004.


Rabbia, dolcezza, scazzo e tenerezza, questo l’altalenante tessuto emotivo che accompagna ancora oggi l’ascolto del suo album forse più riuscito, un progetto che ha varcato i confini nazionali facendo razzia di riconoscimenti, tra cui il celeberrimo Grammy Award che in Italia mancava dai tempi di “Nel blu dipinto di blu”. Ecco, per Laura Pausini ci vorrebbe proprio un altro disco così, in due parole? Pop-rock.


Il tweet di Laura Pausini


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