top of page
Dektop 970x90.gif

Legno: «Il segreto è prendere le cose con più leggerezza». L'INTERVISTA

Quattro chiacchiere con i Legno in occasione dell'uscita di "Lato B", il loro nuovo progetto discografico fuori per Matilde Dischi / Artist First a partire dallo scorso 2 dicembre

È disponibile da venerdì 2 dicembre “Lato B”, il nuovo lavoro dei Legno, interessante duo della nuova scena indie che, già da qualche tempo, impazza tra le playlist facendo incetta di stream. Ecco cosa ci hanno raccontato a proposito di questo progetto.


Intervista ai Legno


Avete definito “Lato B” il secondo lato del vostro terzo progetto discografico. Quali sono gli elementi di unione e quali le differenze rispetto al precedente progetto?


«Il punto di unione è fondamentalmente il periodo della scrittura. Alla fine, ci siamo resi conto che ogni canzone ha una storia diversa, così abbiamo deciso di dividere "Lato A" e "Lato B" in base alla diversificazione e all'appeal di ogni singola traccia. In questo nuovo progetto troviamo contenuti e arrangiamenti un po' differenti rispetto a quando abbiamo mostrato finora».

L'ascolto si apre con “Ansia e sapone”, quasi una fotografia del nostro tempo. Quanto è cambiato il mondo rispetto a quarant’anni fa? A quando usciva la famosa canzone degli Stadio a cui fate riferimento nel titolo...


«È cambiato tutto, dai social network alle abitudini quotidiane e, chiaramente, cambiano anche gli stati d'animo. Oggi siamo tutti molto più ansiosi, questo ci porta ad affrontare vicissitudini particolari. "Ansia e sapone" nasce dalle tante storie che ci arrivano e ci vengono raccontate dalle persone che ci seguono. Poi, ci abbiamo messo anche del nostro, perché l'ansia fa parte anche del nostro vissuto. Il segreto sta, forse, nel prendere le cose con più leggerezza».



Pensate che questa sia un’epoca in cui il peso delle responsabilità risulta ancora più schiacciante rispetto al passato?


«Sicuramente sì, dal momento in cui ti esponi sui social ti assumi la responsabilità di quello che fai e di quello che dici. Tutto è molto più amplificato. Purtroppo, però, non ce ne rendiamo conto spesso. A nostro avviso bisognerebbe starci più attenti».

Avete dichiarato: “In questo lavoro ci siamo messi a nudo, un po’ come se ci fossimo tolti la scatola”. E’ una provocazione oppure in futuro non escludete la possibilità di rivelare la vostra identità?


«Come dice il grande Franco Califano, non escluso il ritorno (sorridono, ndr). Chissà, vediamo, forse alla fine non si tratta neanche di una grandissima sorpresa. Il messaggio che volevamo dare era quello di riuscire a raccontare qualcosa senza l'ausilio dell'immagine, puntando solo sulla musica. Per ora in programma c'è soltanto l'idea di continuare a creare ancora qualcosa di bello».

Quindi, per concludere, avete riflettuto in tal senso sui prossimi passi? Prima che possa diventare un oggetto ingombrante, avete pensato al futuro e al destino della maschera?


«Ci riflettiamo spesso, in quest'ultimo disco soprattutto ci siamo a volte chiesti se questa scatola potesse essere più un vantaggio o uno svantaggio. Non è semplice, lo vediamo anche durante i nostri live, perché gli occhi sono fondamentali e lo sguardo è determinante. Nonostante questo limite, avvertiamo comunque un trasporto, forse perché ormai ci siamo talmente abituati che è come non indossare nessuna maschera. Per noi non è un peso, ma riflettiamo sul fatto che possa diventarlo, perché crea anche un distacco. La nostra sfida vinta è riuscire a trasmettere la nostra anima anche senza metterci la faccia, bensì solo con l'ausilio della musica».


Videointervista ai Legno



bottom of page