Leo Gassmann: «Ho cercato di essere la versione migliore di me stesso»
Seconda partecipazione al Festival per il cantautore romano, al suo ritorno sul palco dell'Ariston con "Terzo cuore", brano che porta la firma anche di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari

A tre anni dalla vittoria della sezione Nuove Proposte con "Vai bene così", Leo Gassmann torna sul palco dell'Ariston con "Terzo cuore", brano che ha presentato nel corso della prima serata e che si è posizionato al quinto posto della classifica parziale. Queste le sue parole nell'odierna conferenza stampa: «Sono onoratissimo, ieri mi sono divertito tanto, anche se all'inizio ero un po' teso. Poi tutta l'ansia è andata via, sono salito sul palco e spero di essere riuscito a rendere onore al brano».
«Mi rende felice aver avuto la possibilità di convincere la critica con un brano che ho firmato con Riccardo Zanotti, un fratello maggiore che ha creduto in me sin dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti. È una persona di una umiltà immensa, che dedica la vita alla sua più grande passione, cosa che mi piacerebbe fare anche a me. Poi, la classifica fa parte del gioco e per me è un onore far parte di questo cast pieno di grandi nomi. Salire su quel palco è un grande privilegio, quindi ho cercato di essere la versione migliore di me stesso».
Da ventiquattrenne, un pensiero su quanto accaduto ieri sul palco con la discussa esibizione di Blanco: «Ho visto quello che è successo e sicuramente Blanco ha sbagliato, essendo suo amico so che non è solito fare queste cose. Sono certo che lui rimedierà alla cosa e chiederà scusa al pubblico». Un pensiero anche alla serata delle cover: «Sarà incredibile salire sul palco con Edoardo Bennato, per me è un Maestro. Ho avuto il piacere di conoscerlo e abbiamo legato molto, al punto che ormai fa parte della mia famiglia. E poi, i suoi brani hanno fatto la storia della musica».
Infine, Leo Gassmann si congeda con una riflessione rivolta alla propria famiglia: «Ieri mi hanno scritto sia mamma che papà, come qualsiasi genitore anche loro sono orgogliosi di avere un figlio che sale su quel palco. Ho chiamato sia loro che i miei amici di roma, ci tengo ad avere vicini i miei affetti più cari, anche quelli che non sono venuti qui con me. Sono onoratissimo della mia famiglia, anche se ho scelto di fare un'altra cosa, con rispetto e con pazienza. Sono stato fortunato perché i miei mi hanno supportato e appoggiato in tutte le scelte, crescendomi con dei valori precisi, consigliandomi di vivere la musica come una passione, in parallelo con i miei studi. Infatti, lo scorso anno mi sono laureato e questo mi ha portato a intendere la musica come una necessità e meno come un lavoro».