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Lola Ponce: «Sanremo 2023? La musica viaggia, non sai mai dove potrebbe portarti una canzone»

Ospite di “Aspettando Viva Rai2”, il nuovo programma di Fiorello, la cantante argentina ha annunciato la propria candidatura per il Festival di Sanremo con una canzone che porta la firma di Marco Rettani

È una delle voci latine più apprezzate in Italia, nonché icona del genere musical grazie al suo ventennale impegno nell’opera pop “Notre Dame de Paris”. Lei è Lola Ponce, artista completa e a tutto tondo, star internazionale e mamma di due splendide bambine, Erin e Regina. L’abbiamo raggiunta telefonicamente per approfondire la sua conoscenza e parlare del positivo momento professionale che sta vivendo.

Intervista a Lola Ponce


Sei reduce dall’ospitata nel nuovo programma di Fiorello, proprio questa mattina hai parlato di un brano proposto per il Festival di Sanremo. Un’uscita spontanea?


«Sì, assolutamente, con Rosario è impossibile non essere spontanei. Di mio sono già una persona senza filtri, ma in sua compagnia la cosa diventa ancora più evidente. È stato divertentissimo, questa sua nuova trasmissione è davvero super. Poi, svegliarsi così presto, non dico che ero ancora addormentata, ma erano sempre le 6 e 30 del mattino! Tutto è stato comunque molto spontaneo…».


E tra una brioche e una “Questione di feeling” improvvisata al momento, hai tirato fuori questa notizia. Quindi è ufficiale: ti sei candidata per il Festival con un brano a cui tieni molto?


«Guarda, era da tanto tempo che non ascoltavo musica così incredibile. Il brano è di Marco Rettani, lui è comparso nella mia vita quasi per magia e da quel momento mi sono arrivate delle canzoni che hanno veramente qualcosa da dire. Sono talmente euforica che quando Fiorello mi ha chiesto di Sanremo mi è venuto spontaneo rispondergli che il “pezzo della Madonna” ce l’ho, ma non sapevo che avrebbe scatenato tutto questo. Da quel momento mi stanno scrivendo e chiamando in tanti, non potevo di certo immaginarlo».



Tra l’altro con Marco Rettani vi siete conosciuti da poco, durante l’estate giusto?


«Per essere precisi il 10 di agosto, per questo lo chiamo “Marco San Lorenzo” (ride, ndr). E’ stato incredibile, ci trovavamo entrambi in vacanza in Sardegna, proprio in quel periodo mi capitava di pensare al desiderio di voler ascoltare canzoni nuove, adatte per me. Sai quando alzi gli occhi al cielo e desideri ardentemente qualcosa? In passato mi era successo anche quando ho incontrato mio marito Aaron, un giorno di undici anni fa mi sono chiesta “perché posso avere tutto tranne l’amore?” e poi per magia è comparso lui nella mia vita. Una cosa simile è accaduta con Marco proprio questa estate, quando mi sono detta “con tanti autori bravi che ci sono in giro, perché non riesco a trovare brani che mi danno la possibilità di continuare a raccontarmi?”. Con Marco ci eravamo sicuramente incontrati altre volte, ma non avevamo mai avuto modo di conoscerci e di parlare. Essendo un produttore musicale, da quel momento ha cominciato a mandarmi dei pezzi da ascoltare. Così tutto si è messo in moto e la musica ha cominciato a fluire».


Tutto questo è arrivato forse in un momento in cui avevi voglia di ricollocarti anche discograficamente, dopo il grande successo che continui a ottenere a teatro con la tournée del ventennale di “Notre Dame de Paris”, no?


«Sì, questo è stato un anno pazzesco, ancora non è finito e già siamo al 160esimo spettacolo, parliamo di 160 sold out nel giro di sette mesi. Grazie all’affetto del pubblico abbiamo raggiunto tutti insieme questo traguardo importante e non era affatto scontato dopo vent’anni. Tutto merito del lavoro di squadra e di tutta la compagnia. È sempre una forte emozione per me indossare i panni di Esmeralda, una donna che è stata in grado di instaurare sin da subito un contatto molto speciale con il pubblico».


Infatti Esmeralda è un personaggio anche controverso, qual è il segreto del suo successo?


«Non saprei dirtelo esattamente, ma quello che noto è che il suo personaggio è molto amato soprattutto dalle donne. Oggi sono più consapevole dell’impatto che Esmeralda ha avuto nelle ragazze che erano venute a teatro quando avevano 15 anni e che tornano ora che ne hanno 35. Sono tante le lettere e le manifestazioni di affetto da parte di donne che mi confessano di aver iniziato a cantare avvicinandosi a questo mondo grazie a me, questo è qualcosa di straordinario. Non me lo sarei mai aspettata, mi rendo conto che questo messaggio di libertà e di amore puro è stato molto apprezzato dal pubblico. La forza, la positività e l’essenza rappresentano forse il segreto di un personaggio ancora oggi amatissimo».


Questa ricerca di nuova musica, quindi, arriva anche dalla gratitudine e dalla responsabilità che senti di avere nei confronti del tuo pubblico?


«Assolutamente sì! Tutti questi anni di lavoro e di sacrifici mi hanno portata ad avere tanta gratitudine nei confronti del pubblico, da qui nasce la voglia di ritornare con qualcosa di emotivo e di autentico, con nuova musica che rappresenti la donna che sono oggi».



Questo per te è un bellissimo momento, il prossimo 14 novembre ti esibirai allo Stadio Olimpico di Roma in occasione della Partita della Pace…


«Sono felicissima, non vedo l’ora. Mi sento onorata di poter prendere parte ad un evento così importante, oltre all’inno nazionale argentino sto preparando anche un altro brano che in realtà non ho mai cantato, il “Va pensiero”, sulla scia della mia recente rivisitazione del “Nessun dorma”, riletta in chiave più moderna. Sono molto concentrata sulla performance per questa partita che sarà trasmessa in diretta Rai il prossimo 14 novembre. Sono grata all’organizzazione per essere stata invitata, a coronamento di un momento per me molto speciale».


L’emozione è dovuta al fatto che canterai l’inno argentino anche davanti a Papa Francesco. Come descriveresti il tuo rapporto con la fede?


«Un rapporto molto stretto, sono cresciuta in una scuola cattolica a Rosario, dove sono nata. La fede è stata la mia forza sin da bambina, se non mi sono mai arresa e se sono arrivata a trovare il mio equilibrio, anche tra il lavoro e la mia famiglia, è senz’altro merito dell’amore e della purezza che metto in tutto ciò che faccio, in altre parole all’attitudine religiosa che mi ha sempre accompagnata. Mi reputo una donna molto determinata, ma la spiritualità è una ricchezza che va oltre tutto. Cerco di educare le mie bambine a questo tipo di percorso, perché la fede è in grado di smuovere le montagne e Dio è la forza che risiede in ognuno di noi».

Per concludere, a proposito di santi.. ce n’è uno che da il nome ad una nota cittadina ligure, oltre che ad una manifestazione che conosci molto bene. Scherzi a parte, cosa rappresenterebbe per te l’eventualità di poter ricalcare il palco dell’Ariston a quindici anni da quella storica vittoria?


«Sanremo è il Festival della musica italiana più importante al mondo e lo sarà per sempre. Ci sono stata due volte e in due vesti diverse, una come ospite nel 2005 con il brano “Sleep with me”, prodotto da Rick Nowels, e poi nel 2008 insieme a Giò di Tonno con “Colpo di fulmine”, scritta da Gianna Nannini. L’esperienza è sempre stata magica, quello dell’Ariston è uno dei teatri più iconici al mondo. Per me sarebbe un onore poterci tornare. Ricordo che da bambina guardavo Sanremo dall’Argentina e piangevo ad ogni premiazione (sorride, ndr), con i miei genitori lo seguivamo sempre, perché le mie origini sono comunque italiane, mia nonna era ligure. Detto questo, la musica viaggia e non sai mai dove potrebbe portarti una canzone. In questo caso le canzoni sono tante, ci sarà sicuramente un album che metterà in luce una nuova Lola. Sarà un 2023 all’insegna della magia e, come sempre della musica».


Il video dell'ospitata di Lola Ponce da Fiorello



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