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Maria Antonietta: «Impariamo a non accontentarci delle briciole». L'INTERVISTA

A distanza di cinque anni dal suo ultimo progetto discografico, la cantautrice torna sulla sulla scena musica con il singolo intitolato "Arrivederci"

“Un brindisi a chi resta, e soprattutto a chi se ne va” è il motto del nuovo singolo di Letizia Cesarini, in arte Maria Antonietta, cantautrice eclettica, ma anche scrittrice e appassionata di arte medievale, di poesia e teologia al suo ritorno con il singolo “Arrivederci”, pubblicato lo scorso 20 gennaio per Warner Music Italy.


Intervista a Maria Antonietta


Cosa rappresentano e che sapore hanno per te sia il brano "Arrivederci" che questo ritorno a distanza di cinque anni dal tuo precedente progetto musicale?


«Si tratta sicuramente di un ritorno importante per me, una specie di nuovo inizio. Dalla musica mancavo da un po’ di tempo, negli ultimi anni mi sono dedicata all’esplorazione di nuovi linguaggi. Proprio per questo, tornare alla propria dimensione ideale è sia bello che liberatorio. “Arrivederci” è nata dall’esigenza e dalla necessità, non a caso è stata scritta in un lasso di tempo relativamente breve, in circa un pomeriggio, con il desiderio di liberarmi da una zavorra. C’è tutto un universo di fantasmi che ti porti dietro, il brano mi ha aiutato a metterci un punto per iniziare una nuova fase».


Sui social hai rivelato che la frase “Le briciole sai, le lascio agli uccelli” ti è stata ispirata da una lettura del diario di Marilyn Monroe, quali riflessioni ti ha suggerito di preciso?


«Diciamo che Marilyn, per il mito che è, non l’ho mai troppo esplorata, perchè in genere mi incuriosiscono di più i personaggi di cui si parla meno. Poi mi sono imbattuta nel suo ultimo film “The misfit”, avendo l’opportunità di conoscere una Marylin che va al di là dall’immaginario popolare. Da lì ho cominciato a leggere delle sue cose, fino ad arrivare alla frase che hai citato e che mi ha ispirata. Quante volte ci è capitato di accontentarci delle briciole e di accettare determinate situazioni, forse per la sensazione di non poterci meritare di più. Riuscire a dire “non mi basta più” è stato per me uno snodo importante».



“Arrivederci” è accompagnato da un videoclip molto curioso e colorato. A livello narrativo cosa aggiungono al messaggio della canzone le immagini del video diretto da Leandro Emede?


«L’intenzione era quella di riuscire visivamente a rendere giustizia all’idea dell’atto liberatorio espresso nella canzone, questo spesso coincide nello sfasciare delle cose, nel lasciarle andare distruggendole. Seppur in questo pezzo mi sia aperta al pop, la mia attitudine resta punk… quindi abbiamo voluto rappresentare all’estremo questo sentimento. Passare sopra le macerie di una tavola imbandita, ci sembrava il modo migliore per esprimere tutto questo».

Per concludere, lo scorso anno hai festeggiato dieci anni di carriera, un traguardo sicuramente importante. Sarei curioso di chiederti da una parte un bilancio e dall’altra un insegnamento, cioè qual è la lezione più importante che pensi di aver imparato dalla musica fino ad oggi?


«Non avendo molto la misura del tempo, a volte mi sembra impossibile che siano passati così tanti anni. Quello che ho imparato è di carattere esistenziale, questo è un mestiere che impatta su di te in maniera evidente, un po’ come tutte le attività a cui si è legati. La cosa più importante che penso di aver imparato è imparare a fidarmi di me stessa, perché mi è capitato spesso di affidarmi totalmente agli altri. Oggi mi sento più tranquilla, so esattamente chi sono, cosa desidero e cosa voglio fare. E’ stato un lavoro di costruzione della mia autostima, molto dipende da come la vivi, la tua personale scala di priorità. La musica per me è una modalità di espressione, questo va al di là dei numeri e dei risultati che esulano dalla tua crescita umana».


Videointervista a Maria Antonietta



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