Nek: «Mi piace mettermi in gioco, nel mio futuro ci sarà sicuramente più televisione»
All'indomani del concerto al Teatro Arcimboldi di Milano, il cantautore emiliano ha parlato alla stampa del suo ultimo disco "50/30", volto a celebrare cinquant'anni di vita e trenta di carriera, e dei suoi prossimi progetti in cantiere

Fuori dallo scorso 2 dicembre il nuovo progetto discografico di Filippo Neviani, in arte Nek. All’interno di "50/30" è contenuto un brano inedito, nonché nuovo singolo attualmente in rotazione radiofonica, “La teoria del caos” (qui la nostra recensione), più otto grandi successi dell’artista riarrangiati per l’occasione.
Tra questi, tre pezzi vedono la partecipazione di amici e colleghi: “Fatti avanti amore” con Jovanotti, “Dimmi cos’è” con Francesco Renga e “Cuori in tempesta” con Giuliano Sangiorgi. Un disco che è stato presentato per la prima volta dal vivo domenica 11 dicembre al Teatro Arcimboldi di Milano, evento che ha rappresentato il ritorno dal vivo del cantautore e della sua band.
«Non sono capace di fare bilanci, piuttosto degli inventari - racconta alla stampa l'ugola di Sassuolo - ho viaggiato tanto in giro per il mondo e sono riuscito a raccogliere sia trofei che affetto da parte della gente. Ritrovarmi insieme alla mia band, compresi alcuni elementi storici che si sono ritrovati a festeggiare sul palco, è stata una bellissima emozione. Insomma, credo sia un privilegio assoluto poter celebrare un traguardo così. La cosa più complicata per un cantante, alla fine, è mantenere una longevità artistica».
A tal proposito, Nek rivela la sua volontà di mettersi in gioco anche in nuovi ambiti: «Nel mio futuro c'è sicuramente più televisione, semplicemente perchè mi piace l'idea. Ci sono esperienze che ho fatto e che hanno ottenuto ottimi risultati, questo è per me stimolante, anche se la musica rimane sempre il primo amore, però sono attratto da altre forme di linguaggio che fanno parte dell'intrattenimento».
«La mia mano non tornerà più quella di prima - prosegue l'artista ricordando l'incidente avuto lo scorso anno - oggettivamente ci sono problematiche che riesco ad arginare cambiando la tecnica. La capacità è all'80%, ma questo non ha nulla a che vedere con il mio desiderio di continuare a concentrarmi sulla televisione. Non dipende dal deficit che ha la mia mano se oggi ho voglia di sperimentare nuove forme, trovo che sia stimolante, mi alletta perché significa ricominciare da capo e imparare qualcosa che non conosco, rispetto alla musica dove posso ormai considerarmi piuttosto navigato».

Riguardo i tre ospiti presenti in scaletta nel suo ultimo disco, Nek racconta: «Con Lorenzo abbiamo cercato di riportare la magia raggiunta al Jova Beach Party, mentre con Giuliano Sangiorgi ricordo che quando realizzammo il singolo "Domani" per i terremotati dell'Abruzzo, mi fece vedere su YouTube un video di lui ragazzino che durante un concorso presentò "Cuori in tempesta". Infine, con Francesco c'è un'amicizia straordinaria, ci conosciamo da quando lui cantava nei Timoria, diciamo che anche con lui "Dimmi cos'è" è stata una scelta un po' telefonata».
Sempre a proposito di Francesco Renga, nelle ultime settimane si è vociferata una loro candidatura per il Festival di Sanremo, ipotesi smentita dallo stesso cantautore emiliano: «Quando ci siamo visti in studio per incidere il brano, abbiamo pubblicato delle immagini sui social, proprio a ridosso dell'annuncio del cast di Sanremo. Da lì, naturalmente, in tanti si sono chiesti se stessimo preparando qualcosa per il Festival, in realtà non era nei nostri piani. Certo, io e Francesco abbiamo una grande alchimia e non è escluso che in futuro non possa realizzarsi qualcosa di nuovo. Entrambi siamo nati sul palco dell'Ariston, ma oggi ha acquisito una forza mediatica pazzesca, quando partecipai per la prima volta non era così. Posso dire di aver vissuto tutte le evoluzioni del Festival, l'idea di andarci con lui potrebbe essere molto bella, non è escluso che da questa collaborazione al mio disco possa nascere qualcos'altro».
Un ultimo pensiero va appunto alla sua ultima partecipazione al Festival non proprio soddisfacente e ad un bilancio di tre decenni di vita vissuti sul palco: «Sanremo 2019 non è un bellissimo ricordo, ma nella vita artistica ci sono degli alti e dei bassi. In trent'anni ci sono delle occasioni che sono volate via, ma per fortuna molti più treni presi al volo. Se in questo lavoro non metti passione non vai da nessuna parte, perché hai a che fare con le emozioni delle persone, per cui bisogna sempre reinventarsi e andare avanti. Quando ascolto la gente cantare le mie canzoni sono felicissimo, è come se fosse un rituale che si ripete. Tra il mio pubblico ci persone di diverse età, a partire da chi ha cominciato a seguirmi nel '92 e ora sono genitori che tornano ad ascoltarmi con i loro figli. La musica è questo, un flusso in continua evoluzione che abbraccia generazioni differenti».
