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Quando la musica scende in campagna elettorale

Il filo sottile tra arte e politica, tra il libero pensiero e la strumentalizzazione social


Da tempo immemore la musica influenza e favorisce pensieri, innesca riflessioni sociali e politiche, suscita domande e sposta equilibri. Lo ha fatto Bob Dylan con le sue canzoni di protesta e, dopo di lui, tantissimi altri artisti. In quest'epoca social invece, il ruolo della musica assume una valenza diversa e quasi marginale, poiché non sono più le opere al centro delle attenzioni, bensì le dichiarazioni, i commenti e i post, spesso anche ironici, dei dei cantanti che rendono pubbliche, più che le loro preferenze, a volte le loro antipatie.


In queste prime settimane di campagna elettorale che ci separano dal fatidico 25 settembre, giorno in cui è previsto l'election day a seguito dell'ennesima crisi di governo che ha portato alle dimissioni dell'ex premier Mario Draghi, di musica francamente se n'è sentita poca... a parte i soliti tormentoni da spiaggia che ci aiutano a staccare la spina e ci regalano un po' di sana leggerezza.


Il caso Giorgia vs Giorgia Meloni


Dopo le polemiche a seguito delle dichiarazioni di Elodie, che ha espresso non pochi dubbi sulle idee politiche di Giorgia Meloni, pubblicando un manifesto elettorale della leader di Fratelli d'Italia datato 2018, è stato il turno di Giorgia. La cantante romana ha condiviso nelle sue storie Instagram un meme con scritto «Anche io sono Giorgia, ma non rompo i co****ni a nessuno».


Una battuta, felice o infelice che sia, ma che ha innescato la reazione della stessa Meloni che ha commentato: «Trovo che la voce di Giorgia sia straordinaria. La ascolto volentieri, da sempre, senza essere costretta a farlo. Così come lei non è costretta ad ascoltare me se non le piaccio. È la democrazia, funziona così ed è bella per questo. Ma su una cosa io e l’artista siamo sicuramente diverse: se a me non piacesse la sua musica o la sua voce, io non avrei bisogno di insultarla».


Con le mani e con i piedi... ciao ciao


Nei giorni successivi non si è fatto attende un altro botta e risposta tra Matteo Salvini e La Rappresentante di Lista. Il duo rivelazione degli ultimi due Festival di Sanremo, ha twittato: «Ci arriva voce che al comizio di Salvini il dj abbia messo "Ciao ciao". La nostra maledizione sta per abbattersi su di te, becero abusatore di hit». Questo non poteva che scatenare l'intervento del diretto interessato, massimo esperto dell'arte oratoria.


«Cara Rappresentante, onestamente non ci ho fatto caso visto che ero in mezzo a tantissima bella gente. Sperando che la maledizione non abbia effetti, confesso (mea culpa) che la tua "Ciao ciao" mi piace parecchio». Ammettiamolo, attaccare il segretario della Lega è diventato ormai un grande classico, in passato lo avevano fatto anche J-Ax, Fedez, Piero Pelù, Vasco Rossi, la stessa Elodie e tanti altri ancora, solo per restare in ambito musicale.


Morgan come sempre controcorrente


Ultimo, ma solo in ordine di tempo, il caso sollevato da Morgan. Il cantautore milanese ha rilasciato un'intervista in cui rivela di essere stato contattato da Giorgia Meloni per una consulenza esterna sul suo programma elettorale, ribadendo di non avere alcuna intenzione di scendere in campo e, di conseguenza, candidarsi. L'impegno si litimerebbe ad aspetti riguardanti la comunicazione, in un ruolo che quelli che parlano bene il politichese chiamano "spin doctor".


Peccato però che, poche ore dopo, ai microfoni di RTL 102.5, la stessa leader di Fratelli d'Italia dichiara: «Con Morgan ogni tanto ci scriviamo degli sms. È vero che l'altro giorno mi ha scritto un messaggio dicendo "attenti al linguaggio nel programma", ma tutto il resto non corrisponde alla realtà. Il nostro programma non è stato ancora pubblicato, alcuni commentano quello di cinque anni fa e altri scrivono cose totalmente inventate». Interpellato dall'Adnkronos, Morgan ribadisce: «Ho letto per caso quel programma e ho fatto le mie contestazioni via whatsapp dicendole che il vocabolario usato è fondamentale e che i 'manganelli verbali' non pagano. Comunque sia, non voterò per la Meloni, sono un anarchico, anche se alla fine tra i politici italiani è quella meno snob e che se la tira di meno».


Ariete e le critiche durante un suo concerto


E che dire della giovanissima Ariete? La cantante romana, originaria di Anzio, ha voluto prendere una posizione questa volta non attraverso i social, ma direttamente sul palco. Durante un concerto a Gallipoli si è rivolta al pubblico dicendo: «Non so se avete letto il programma che Giorgia Meloni ha proposto, non so quanti di voi sono maggiorenni e quanti minorenni. Io non voglio commentare perché non sono un politico, voglio solamente dirvi di leggerlo e di pensare bene se voterete o se i vostri genitori pensano di votare quella persona lì, perché è limitante, brutto e ci sono tanti punti che non funzionano. Non facciamoci mettere i piedi in testa da una persona che ci dice che offerte di lavoro dobbiamo accettare, come dobbiamo crescere i nostri figli, chi amare, quando farlo e come farlo. Ok?». I video hanno di conseguenza fatto il giro del web, l'artista è stata ricoperta di critiche e di insulti.


In conclusione, è moralmente giusto manifestare il proprio pensiero e persino il proprio dissenso, ma restando sempre consapevoli che, in quanto personaggi pubblici, gli artisti hanno potere di fascinazione, quindi più che limitarsi all'ilarità di un post pubblicato sui social oppure a una critica fine a ste stessa, sarebbe bene sostenere e avvalorare le proprie idee, perchè no, argomentandole. Ecco, magari non durante la campagna elettorale, anche perché il rischio è semplicemente quello di provocare l'effetto contrario, portare ancora più elettorato a chi sa benissimo come disinnescare le provocazioni e usarle a proprio vantaggio. Alla fine della fiera, però, è proprio il caso di dirlo: a tal proposito aveva proprio ragione Giorgio Gaber. Il Signor G la politica l'ha cantata, ma mai offesa, al massimo derisa e a suo modo difesa, perché l'arte e la musica smuovono più coscienze di qualsiasi comizio o discorso. Ah "l'ideologia... malgrado tutto credo ancora che ci sia".



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