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Raia: «Racconto le mie esperienze trasformandole in musica per condividerle con gli altri»

A tu per tu con il giovane cantautore salernitano, in uscita con due singoli pubblicati in contemporanea, intitolati “Cerchio Perfetto” e “Cosa siamo per davvero”


Sono usciti, venerdì 16 dicembre, due singoli del cantautore Raia, in radio e su tutte le piattaforme digitali. Per far conoscere la sua musica sono stati lanciati lanciati contemporaneamente ben due brani: “Cerchio perfetto” nasce dalla voglia di sentirsi completi per poter riprendere in mano la propria vita dopo una grande delusione; “Cosa siamo per davvero” è un invito a lasciarsi un po' andare e vivere la vita pensando di più a noi stessi. Approfondiamo la conoscenza del giovane artista.


Intervista a Raia


A cosa si deve la scelta di far uscire due singoli in contemporanea?


«C’è parecchio da raccontare questo è certo. Abbiamo scelto di far uscire due singoli perché nella mia prima pubblicazione sentivo il bisogno di far conoscere due esperienze forti che ho vissuto, anche perché l’una completa l’altra».

Quali sono i feedback e i commenti da parte delle persone che hanno ascoltato i pezzi che più hai apprezzato?


«Mi piace che le persone si identifichino nei miei brani. In molti mi hanno scritto per dirmi che si sono ritrovati molto sia in “Cerchio perfetto” che in “Cosa siamo per davvero”. Il mio obiettivo principale è quello di emozionarli».


A livello musicale, reputi di aver raggiunto un tuo sound di riferimento o ti senti nel pieno di una fase sperimentale?


«La strada è quella giusta, ma c’è tanto da sperimentare ancora».


Quali sono gli elementi di omologazione presenti nella tua musica rispetto a ciò che si sente oggi in giro e quali quelli di rottura?


«Sicuramente mi inquadro nel genere Pop quindi le sonorità dei brani si rifanno al genere, ma devo essere sincero non faccio troppo caso ad essere in linea con ciò che si sente oggi. Semplicemente scrivo, racconto le mie esperienze trasformandole in musica per condividerle con gli altri».


Che esperienza ha rappresentato per te l'apertura ai concerti di Fabrizio Moro?


«E’ stata una delle esperienze più forti e belle che io abbia mai vissuto nel mondo musicale. Stimo tanto Fabrizio perché conosco la sua storia. Darmi la possibilità di aprire i suoi concerti è stato un gesto che non dimenticherò mai, gli sarò sempre grato».


Qual è l'aspetto che più ti affascina nella fase di scrittura di una canzone?


«La parte più bella della scrittura di un brano per me è quando riascolto quello che ho registrato di getto, è li che nasce il brano vero e proprio secondo il mio punto di vista».



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