Sanremo 2023, a un mese dall'inizio del Festival... che a parlare sia la musica!
La macchina organizzativa della manifestazione musicale è nel pieno della sua attività, tra polemiche e fake news, un contorno più utile alla kermesse stessa o ai giornali?

Sia messo agli atti: le polemiche hanno sempre fatto bene al Festival di Sanremo. Di decennio in decennio, i rumors della vigilia hanno storicamente alimentato il grande carrozzone della kermesse, favorendone sia l'ascesa che le varie rinascite, ma andando anche a sopperire ad annate discontinue e meno attraenti, dove l'interesse attorno alla musica e allo spettacolo era decisamente calante.
Senza andare troppo lontano, basti pensare a una decina o a una ventina di anni fa, quando la stessa industria musicale non aveva ancora capito come gestire la crisi del disco, rifiutando di omologarsi allo streaming, al potenziale ancora inespresso dei talent show e, ancora peggio, ai gusti dei giovanissimi che all'epoca non rappresentavano alcuna fascia di mercato nei vari business plan delle multinazionali.
Eppure, adesso che questo agognato cambiamento ha trovato nel Festival un vero e proprio volano, non si fa altro che distogliere l'attenzione parlando di altro, al punto che verrebbe da chiedersi se il Sanremo di oggi abbia ancora realmente bisogno di tutto questo brusio di fondo. Con un cast come quello di quest'anno... francamente no, anzi, verrebbe da pensare che tutto questo faccia decisamente gioco a siti e giornali.
Con l'industria dell'editoria in panne, sembra che i ruoli si siano completamente invertiti, ma l'impressione è che si stiano commettendo gli stessi errori, quasi per paura di un cambio di passo ormai inevitabile. In tal senso, la rivoluzione di Amadeus tocca anche l'informazione stessa, altrimenti che motivo avrebbe aprire allo streaming e ai gusti musicali dei giovani senza dare spazio ai canali utilizzati dalle nuove generazioni?
Ecco così la scelta di privare la carta stampata del suo monopolio, affiancandole le realtà emergenti del web e restituendo finalmente alle radio un ruolo diverso dal semplice passaggio delle canzoni. Tutto ciò ha un senso, perché si da la possibilità di ricevere narrazioni e valutazioni diverse, ma i cambiamenti fanno sempre paura e, in alcuni casi, danno pure fastidio se si pestano i piedi a chi si vede ripartire i propri privilegi.
Fatta questa lunga e doverosa premessa, la notizia è che manca esattamente un mese alla partenza della 73esima edizione del Festival della canzone italiana, tra notizie create ad hoc, articoli che vanno sul personale e che non meritano di essere presi nemmeno in considerazione, il FantaSanremo che sta battendo ogni record e gli spot della coppia Amadeus-Morandi trasmessi con regolarità sulle reti Rai.
Sì, ma come si fa a parlare di musica senza avere ancora ascoltato le canzoni? Questa sarebbe un'ottima obiezione, se in contrapposizione non ci fosse un chiacchiericcio futile e sterile. Così come si ricama attorno al caso degli ipotetici falsi certificati vaccinali, delle relazioni tra concorrenti e ospiti, co-conduttrici e presunti ospiti, co-conduttrici che avrebbero declinato, altre mai state interpellate e chi più ne ha più ne metta.
Verrebbe da chiedersi se alla gente interessi davvero portare all'esasperazione tutto questo. Facile fare pezzi in cui ci si espone a metà, far intendere presunti giri di interessi e non realizzare una vera e propria inchiesta a riguardo. Siamo giornalisti o influencer? Conta più la veridicità della notizia o il fatto che possa diventare virale? Si cerca il pelo nell'uovo perché c'è realmente qualcosa di losco o perché fa comodo montarci un caso?
Con un cast così imponente di analisi e di cose da dire ce ne sarebbero, probabilmente con un minore sforzo di fantasia. Da qualche giorno, al Foro Italico di Roma sono cominciate le prove dell'orchestra, i musicisti sono già al lavoro e da lunedì si alterneranno le presenze dei 28 big. Perché non parlare ad esempio di questo? Tra l'altro se serve un taglio più gossip, ci sarebbe pure da ricamare attorno a questa notizia.
Sì perché, le prove si terranno presso lo storico auditorium musicale che, a partire dalla metà degli anni novanta, è diventato il tempio televisivo di popolarissime trasmissioni come "Carramba" Che sorpresa" e "Ballando con le stelle". Proprio qui, durante la nona edizione del dance show di Milly Carlucci, ci fu l'ultima apparizione in Rai di Anna Oxa, che tornerà nel luogo dove prima gareggiò e poi si ritirò a seguito di un infortunio.
Tutto questo dieci anni dopo, la stessa età che avrebbe la canzone "Sali (canto dell'anima)" che si appresta a presentare in gara, titolo in parte concidente con il pezzo che fu scartato da Fabio Fazio nel Festival 2013. Un caso di omonimia? Se tra gli autori dovesse essere confermato il nome di Francesco Bianconi dei Baustelle, come circola insistentemente negli ultimi giorni, allora si tratterebbe senza alcun dubbio dello stesso brano.

Per non parlare della montagna di articoli che si potrebbero scrivere a proposito degli altri prestigiosi ritorni di Giorgia e di Gianluca Grignani, o di due artisti che riempiono gli stadi come Ultimo e Marco Mengoni, delle reunion di Paola & Chiara e degli Articolo 31, del curioso debutto dei Cugini di Campagna con un brano de La Rappresentante di Lista, senza nulla togliere agli esordi di Lazza, Ariete e Rosa Chemical.
Poi, ancora, firme autorevoli come quelle di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari e Damiano David dei Maneskin, che hanno scritto rispettivamente per Leo Gassmann e per Mara Sattei, per non parlare dei ritorni di artisti che avevano fatto bene nelle precedenti edizioni targate Amadeus: da Elodie a Madame, passando per Colapesce Dimartino, Levante, Coma_Cose e Tananai.
Belle sorprese potrebbero arrivare da LDA e Mr.Rain, senza dimenticare e sottovalutare i Modà: solo dieci anni fa erano super favoriti e nel 2015 lo stesso frontman, Kekko Silvestre, aveva firmato addirittura tre pezzi in gara. E che dire dei sei giovani promossi tra i big? gIANMARIA, Shari, Olly, Will, Sethu e i Colla Zio hanno dalla loro l'età e una buona esperienza per sentirsi pronti per un palco importante come quello dell'Ariston.
Come potete vedere di carne al fuoco ce n'è parecchia, questo in attesa dei pre-ascolti riservati alla stampa in programma la prossima settimana. Da quel momento in poi non ci saranno più scuse per continuare a distogliere l'attenzione dalla musica. Dai risultati ottenuti negli ultimi anni in termini di ascolti e di certificazioni, pare che questa non sia un'utopia e che il pubblico abbia davvero voglia di contenuti e non di fake news. Che ci piaccia o no.