Sanremo 2023, Amadeus fa il punto della situazione e rivela la data dell'annuncio dei big
Ospite del panel "Il Sanremo Che Verrà", promosso da Fimi durante la Milano Music Week, il direttore artistico del Festival ha svelato la data dell'annuncio dei big, appuntamento in programma per domenica 4 dicembre nel corso dell'edizione delle 13.30 del Tg1

Come previsto dal regolamento della manifestazione, si chiuderanno lunedì 28 novembre alle ore 18.00 le iscrizioni alla 73esima edizione del Festival della canzone italiana, in quel momento il dado sarà tratto e le decisioni verranno rimandate nelle mani di Amadeus, al suo quarto mandato da direttore artistico della rassegna.
Lui è l'uomo che con il suo impegno è riuscito a fornire diverse e concrete risposte alla domanda-slogan "Perchè Sanremo è Sanremo", tramite decisioni pensate e mirate, dando vita ad una graduale e significativa rivoluzione, proprio come ha spiegato nel corso dell'incontro realizzato all'interno della Milano Music Week.
«Al di là del ruolo che ricopro, amo la musica e sin da ragazzino sognavo di fare Sanremo. Sognare non costa nulla, anche se all’epoca era più facile pensare di fare l’astronauta, perchè per diventare presentatore non c'era un indirizzo di studi. La radio è stata la mia scuola, scegliendo le canzoni da mandare in onda ho sviluppato questa capacità».
Tutto nasce, dunque, dalla passione: «La musica la seguo da fruitore, apprezzo qualsiasi genere, ho la fortuna di avere figli di età diversa che mi bombardano dei loro ascolti». Da conduttore di passaggio della 70esima edizione a fautore di un cambiamento epocale, Amadeus ha conquistato sul campo la fiducia della Rai e dalla discografia.
La musica al centro, il credo di Amadeus
«Quando sono arrivato a occuparmi del Festival, una cosa era per me inconcepibile: le canzoni di Sanremo non potevano tramontare poche settimane dopo la fine della rassegna. Da radiofonico ho pensato che bisognasse puntare sulle proposte musicali piuttosto che sui nomi dei cantanti. Comporre un cast stellare può essere bellissimo per la copertina di Sorrisi e Canzoni, ma senza pezzi validi che senso avrebbe?».
Un quesito che dovrebbe far riflettere, soprattutto a ridosso di tre edizioni esemplari con risultati crescenti e soddisfacenti, sia in termini discografici che mediatici: «Alla fine sono i pezzi che rimangono e bisogna partire proprio da lì, se poi corrispondono a nomi più o meno popolari, questo aspetto passa per me in secondo piano. La storia ci insegna che le canzoni portano al successo gli artisti, non il contrario».
Amadeus si racconta, rispondendo alle domande di Luca De Gennaro, moderatore dell'incontro. A proposito di un possibile coinvolgimento dell'amico Fiorello, precisa: «Chi lo sa, Rosario è davvero l’uomo più imprevedibile del mondo. Non finirò mai di ringraziarlo per il suo supporto soprattutto nel 2021, l’anno della pandemia. Non credo che entrambi potremmo mai dimenticare quell’edizione e quel momento così particolare».
Riguardo la scelta delle canzoni che compongono i suoi Festival, spiega: «Sono egoista, faccio tutto da solo, mi confronto con Massimo Martelli, autore musicalmente molto esperto. Poi, verso gli ultimi giorni, mi chiudo in una sorta di silenzio stampa e durante un viaggio in macchina, Roma-Milano o viceversa, scelgo le canzoni definitive che verranno presentate poi sul palco dell’Ariston».
Un onore, ma anche un onere, perché se le cose vanno bene tanti applausi, in caso contrario la responsabilità è tutta sulle sue spalle: «Fu Pippo Baudo a consigliarmi di occuparmi in prima persona di ogni singolo aspetto, dalla musica allo spettacolo, senza delegare altre persone, perché alla fine la responsabilità ricadrebbe comunque sul sottoscritto, perchè lo impone il ruolo di direttore artistico».
Una serenità e una fiducia maturate sul campo
«Oltre alla Rai, ringrazio molto anche la discografia, sento di avere da tutti la massima fiducia, forse perché capiscono che le mie sono decisioni prese con la massima libertà e, mi permetto di dire, con la massima onestà. Scelgo partendo dai giovani, sono fermamente convinto che a loro vada dato spazio».
Un mandato prolungato di anno in anno quello di Amadeus, fino al rinnovo biennale che lo vedrà alla guida della kermesse fino al 2024. «La musica è soggettiva - prosegue - tant’è che la forza di un brano è quando piace alla maggior parte delle persone. Se le canzoni di un Festival sono belle, alla fine ne beneficia anche la parte televisiva».
L'obiettivo è quello di sdoganare la partecipazione rispetto all'ospitata, una discutibile tradizione inaugurata a partire dall'edizione del 1999, nel primo anno condotto da Fabio Fazio, quando per rispondere al calo di interesse del Festival, si pensò di invitare superospiti italiani, per compensare in qualche modo la loro mancanza in gara.
Un'abitudine che è tempo di interrompere, per una rassegna che possiede oggi la forza per tornare a dettare le regole del gioco: «Credo che questo debba essere il presente e il futuro del Festival, i cantanti che compongono il cast sono i miei superospiti. Il primo anno tutti volevano esserci ma non in gara, questo piano piano è cambiato».
«Oggi la competizione è meno sentita rispetto al passato, l’artista viene a presentare un suo pezzo davanti a milioni di ascoltatori, la classifica non conta e c’è un clima di grande festa popolare. E’ giusto che il cantante venga in gara, l’ospitata dura dieci minuti e non equivale discograficamente e mediatamente all’esposizione di un’intera settimana».
Sanremo 2023? Il punto della situazione
Mentre la stampa gioca con i rumors lanciandosi nei consueti e svariati toto-nomi, Amadeus rivela di essere a buon punto, di aver fatto una considerevole cernita e di essere indeciso su un numero ristretto di proposte, sempre ribandendo che la chiusura ufficiale delle iscrizioni è prevista per lunedì 28 novembre.
«C’è tantissima musica, per quanto mi riguarda questa è la fase più calda. La data in cui annuncerò i cantanti in gara sarà domenica 4 dicembre nel corso del Tg1 delle 13.30. Adesso sono indeciso tra una trentina di canzoni, ma c’è ancora tempo fino a lunedì per candidarsi. Sono diversi gli artisti che avrebbero altre canzoni da farmi ascoltare».
Tra le ultime rivelazioni, a fine incontro, il direttore artistico ha annunciato i nomi dei protagonisti della striscia quotidiana del "PrimaFestival", squadra capitanata da Andrea Delogu e composta anche dagli Autogol e da Jody Cecchetto in veste di inviati. Sulla possibilità di modificare il numero dei big in gara, il padrone di casa non si pronuncia, affermando che si tratta di una valutazione che può considerare soltanto da martedì in poi.
Nella lista dei desideri di Amadeus c'è la volontà di riportare gli ospiti internazionali, soprattutto dopo due anni in cui non è stato possibile a causa della Pandemia. Stoccata finale, invece, sui superospiti nostrani: «Sono convinto che i big della musica italiana debbano giocarsi le proprie carte in gara, non possono avere dei benefit rispetto ad altri artisti che dedcidono di mettersi in gioco».
Morale della favola? A Sanremo 2023 saranno ammessi come superospiti italiani soltanto artisti che abbiano quaranta-cinquanta anni di carriera alle spalle, di conseguenza almeno una settantina all'anagrafe. Una decisione che, magari, in cuor suo Amadeus avrebbe voluto prendere sin dal suo primo mandato, ma forse oggi i tempi sono abbastanza maturi per poter davvero portare avanti un discorso del genere.
Nell'ultimo triennio, a differenza di altri suoi predecessori, il suo approccio si è rivelato costruttivo. Non è arrivato come Attila, con l'intenzione di radere al suolo tutto ciò che era stato fatto in precedenza, ma si è preoccupato di intercettare le criticità e di apportare delle soluzioni. Questo è ciò che deve fare un buon direttore artistico, per riuscire a traghettare il Festival verso il futuro, con un occhio rivolto al passato e i piedi ben saldi al presente.