Sanremo 2023, le pagelle delle canzoni in gara
Aggiornamento: 25 gen
All'indomani dell'ascolto in anteprima riservato alla stampa, le nostre prime impressioni sui 28 brani che concorreranno alla 73esima edizione del Festival della canzone italiana

A meno di tre settimane dall'inizio del prossimo Festival di Sanremo, dopo spoiler tirati un po' a caso e polemiche di ogni genere, finalmente i siti e i giornali possono concentrare la propria attenzione sulle canzoni in gara. O almeno si spera.
Il riserbo sui ventotto brani in concorso è stato sciolto, la stampa ha avuto modo di ascoltare i pezzi in anteprima, in un clima di soddisfazione generale. Come sempre, però, senza risparmiare pareri discordanti. Questo è normale, poiché si tratta di valutazioni soggettive, spesso condizionate da mille fattori, per cui ho ritenuto necessario rifletterci su qualche momento in più e dormirci sopra almeno una notte.
Questo perché c'è un'oggettiva responsabilità nei confronti di chi ci legge: attraverso una parola fuoriposto o un giudizio affrettato si rischia di indirizzare le aspettative in un modo piuttosto che nell'altro. E poi, si sa, l'attesa aumenta il desiderio.
Fiero del farci sentire il risultato delle sue travagliate scelte, Amadeus si presenta a briglia sciolta in consolle, al fianco del fedele deejay Massimo Alberti, già compagno di avventure musicali e televisive all'Arena di Verona. Il direttore artistico si lascia andare con trasporto all'ascolto delle canzoni, canticchiandole tutte e restando a fatica fermo sul posto, con la passione che lo contraddistingue sin dal suo primo mandato.
Canzoni che non tradiscono le aspettative di un cast colossale, per un Festival che si rinnova e che apre le porte a ritorni eccellenti. Il bilancio è decisamente positivo, anche se saranno necessari più ascolti. L'apporto dei sei giovani restituisce ulteriore freschezza.
L'insieme appare forse meno immediato dello scorso anno e questo non è detto che sia un aspetto negativo, soprattutto per ciò che riguarda la durata nel tempo. A dominare la scena non è l’indie come nel 2021 e nemmeno il piglio pop-dance del 2022, ma un sentimento più intimistico e la ricca presenza di ballate dal forte impatto emotivo, molte delle quali dalla struttura classica, seppur abilmente forgiate per un contesto contemporaneo.
Avendo avuto più tempo a sua disposizione, il direttore artustico deve aver assimilato le canzoni diversamente, fornendo ancora una volta una nuova chiave di lettura, come ci ha abituato a fare ogni anno. D'altronde né Paganini e né Amadeus amano ripetersi.
A livello tematico non ci sono grandissimi riferimenti all’attualità, come sempre l’amore è ben rappresentato nelle sue varie declinazioni. Aspettiamoci, dunque, meno up-tempo e più power ballad, meno sentimentalismi e più introspezione. Va ricordato che saranno le performance a determinare, nel bene e nel male, la sorte di questi stessi brani in termini di gradimento del pubblico, oltre che di piazzamento in classifica degli artisti.
Ultima fondamentale precisazione: in questo articolo non leggerete bocciature, non per un eccessivo slancio di buonismo, bensì per un reale livello di sufficienza delle canzoni. Sarà un Festival che appassionerà, passo dopo passo, ascolto dopo ascolto.
Le pagelle delle canzoni di Sanremo 2023
Gianluca Grignani - "Quando ti manca il fiato" testo e musica: Gianluca Grignani, Enrico Melozzi
Classico ma non troppo, musicalmente parlando una delle canzoni stilisticamente più robuste di questo Festival. Il ritorno di Grignani è nel segno di una ballata pop-rock sentita e autobiografica, dall'impasto tradizionale e dalla struttura atipica, che cresce fino a sfociare in un finale inaspettato, trascinante e dal respiro internazionale, pur mantenendo la propria impronta suonata e analogica. Bella l'orchestrazione di Melozzi, che va ad impreziosire l'intimità di un dialogo crudo e sincero tra lo stesso Gianluca e il padre, richiamando il tema del rapporto genitore-figlio che in passato, sia a Luca Barbarossa che agli Stadio, ha favorito nel proprio palmarès la prestigiosa statuetta del leoncino con la palma. L’interpretazione giocherà un ruolo fondamentale, poiché non si tratta certo di una canzone facile, più dal punto di vista emotivo che vocale.
Voto 7.5
"Ciao papà o addio papà
questa canzone te la canto adesso"
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Colapesce Dimartino - Splash testo e musica: Lorenzo Urcillo, Antonio Di Martino
Ritornello funzionale che ci farà cantare a squarciagola, ma senza troppi riferimenti e paragoni con il passato. La costruzione è simile a quella di "Musica leggerissima", compreso lo special trascinante, anche se evoca altri lidi addentrandosi in territori sospesi tra Battisti, Battiato e Brunori. Una bella riflessione sul peso delle aspettative, che ci pone davanti al rischio di poter condurre una vita più alla ricerca dell'approvazione esterna che del nostro stesso benessere personale. In tal senso, molto evocativo il verso: “come stronzi galleggiare”. Squadra che vince non si cambia e, ancora una volta, la scrittura di Colapesce Dimartino gioca su più livelli. riuscendo nel complicato intento di divertire strappando un sorriso e un pensiero. Mica pizza e fichi. A questo giro, però, a loro vantaggio non ci sarà l’effetto sorpresa.
Voto 7
"Ma io lavoro per non stare con te
preferisco il rumore dei cantieri infiniti a quello del mare"
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Articolo 31 - Un bel viaggio
testo: Alessandro Aleotti, Luca Paolo Aleotti, Federica Abbate musica: Vito Perrini, Antonio Colangelo, Daniele Silvestri, Wladimiro Perrini
Uno di quei debutti che non ti aspetti, piacevole quanto sorprendente. "Un bel viaggio" è una ballad che si vicina parecchio alle ultime produzioni di J-Ax. Ve la ricordate “Intro”? Beh, la dimensione è quella. Sul finale entra DJ Jad che "scratchia" riportando il tutto alla linea editoriale e sonora degli Articolo, sfociando in un manifesto generazionale un po’ alla 883. Senza rivangare troppo gli anni d'oro del grande Real, affrontando piuttosto i lati oscuri di un rapporto fraterno a tratti complicato, raccontato con estrema franchezza, anche con un pizzico di autoironia ("Siamo stati due coglioni infatti funzioniamo in coppia"), senza l'ausilio di retorica e con la giusta dose di nostalgia.
Voto 7
"Non volevamo crescere
ma è successo tutto a un tratto"
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gIANMARIA - Mostro testo: Gianmaria Volpato, Gianmarco Malinardi musica: Gianmaria Volpato, Gianmarco Malinardi, Vito Petrozzino, Antonio Filippelli, Vincenzo Centrella
Reduce dalla vittoria di Sanremo Giovani, il cantautore vicentino debutta al Festival con un pezzo dal testo bello tosto e che ben rappresenta il mondo dal quale proviene. Un brano su misura volto ad esaltare la sua cifra, mettendo in risalto un'indole fatta di parole serrate, vocali aperte e suoni contemporanei, con un linguaggio tutt’altro che adolescenziale. Credibile e ispirato nelle intenzioni, "Mostro" risulta forse meno immediata de “La città che odi”. Arriva dopo, ma arriva.
Voto 6.5
"E le stelle fuori mi hanno tenuto sveglio
vuol dire che ho avuto più di un pensiero"
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Anna Oxa - Sali (canto dell’anima)
testo: Anna Oxa, Francesco Bianconi, Kaballà musica: Fio Zanotti
Bello risentire dopo diverso tempo la voce di Anna Oxa, sempre splendida, eseguire un brano inedito. L’arrangiamento è imponente quanto colossale, privo di sovrastrutture sanremesi. Un compromesso tra la Oxa di oggi e quella di ieri, tra la sua vera natura e ciò che si aspettano probabilmente gli altri da lei. Ci sono gli ansimi, la classe, la grinta, l’eleganza e il pathos di tutta la sua storia, con il ritornello che si lascia particolarmente ricordare rispetto a quanto proposto nelle sue precedenti incursioni festivaliere. La canzone risulta sia epica che sofisticata al punto giusto. Come suggerisce il titolo tra parentesi, il pezzo mette il sigillo sia sulla voce che sull'animo di un'artista unica e versatile. Chapeaux.
Voto 7
"Nitida l’anima come stelle dell’aurora
di un mattino che non c’è e che non ha nome"
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Mr Rain - Supereroi
testo: Mattia Belardi, Lorenzo Vizzini, Federica Abbate musica: Mattia Belardi, Federica Abbate
Inizio parlato, attacco che parte come un pugno nello stomaco e il piano che fa da tappeto. Mr. Rain debutta al Festival portando nient'altro che se stesso, racchiudendo tutto il suo estro creativo in un brano che forse paga lo scotto di ricordare un po' troppo “Fiori di Chernobyl” e altri pezzi della sua recente produzione, per via della presenza del coro di voci bianche, seppur meno evidente, ma che rappresenta comunque un suo tratto distintivo. Il testo sviscera il tema del disagio, ricordandoci che non si può combattere nessuna guerra da soli. Fedele a se stesso, al proprio sound e alla propria poetica. Chi non lo conosce scoprirà un talento di razza, chi lo segue già da un po' lo ritroverà piacevolmente nella sua comfort zone.
Voto 6.5
"Mi basta un attimo e capisco che ogni cicatrice tua è anche mia
mi basta un attimo per dirti che con te ogni posto è casa mia"
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Rosa Chemical - Made in Italy
testo: Manuel Franco Rocati, Paolo Antonacci musica: Davide Simonetta, Oscar Inglese
Rosa fa Chemical, senza scimmiottare nessuno se non se stesso. Un papabile tormentone, impreziosito dalla presenza di varie parti facilmente memorizzabili, seppur diverse tra loro, quasi come se ci fossero più ritornelli in una sola canzone, un po' come fecero gli Elio e le Storie Tese qualche Sanremo fa. Il risultato non è certo una cozzaglia, ma un insieme di cose ordinate, anche se il rischio dell’effetto "musica da giostra" di Ana Mena dello scorso anno è dietro l’angolo. Curiosità sulla messa in scena, che ci auguriamo non vada a sovrastare troppo la canzone. Irriverente e dissacrante nell'affrontare tabù come il sesso, la fluidità, il poliamore e scardinarli a suo modo, lanciando un messaggio di libertà. Ah, quasi dimenticavo, la trombetta di carnevale sul finale è geniale.
Voto 6.5
"Tu vuò fa l’americano io voglio morire da italiano"
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Giorigia - Parole dette male
testo: Alberto Bianco, Francesco Roccati musica: Alberto Bianco, Francesco Roccati, Massimiliano Dagani, Mario Marco Gianclaudio Fracchiolla
Certe grandi voci fanno giri immensi e poi ritornano. Ha fatto la storia e vuole provarci ancora, tanto di cappello per Giorgia che ha deciso di rimettersi in gioco in gara, solo questo meriterebbe un'estesa e fragorosa standing ovation. Il piacere di riaverla all’Ariston è direttamente proporzionale alle aspettative che ruotano attorno alla canzone. Synth anni ’90 l'accompagnano in apertura, per poi aprirsi come un pezzo meno classico e più minimale, mescolando pop al rhythm and blues. Se dobbiamo trovare un riferimento con il passato, probabilmente ci avviciniamo alla dimensione di "Mangio troppa cioccolata". Un pezzo che sarebbe molto piaciuto a Pino Daniele. Detto questo, però, non appare al primo ascolto come un brano funzionale al mettere in mostra il potenziale di una vocalità impareggiabile, ma sono pronto a ricredermi dopo la prima prova generale. Potrebbe guadagnare punti con l’orchestra, la sua voce siamo certi che farà il resto.
Voto 7.5
"Non tutto è finto nei film
la realtà forse sì"
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LDA - Se poi domani
testo: Luca D'Alessio, Alessandro Caiazza musica: Luca D'Alessio, Francesco D'Alessio
Una canzone molto teen, in linea con l’età. Classe 2003, LDA è il più giovane artista in gara quest'anno. Funzionale il ritornello, con la sua vocalità che viene fuori, nonostante non abbia ancora una sua precisa identità, è più riconoscibile di certo la sua penna. Risuona molto Ed Sheeran, forse troppo “Perfect” e diciamo che questa cosa non portò tanto fortuna a Random due anni fa. Canzone debole, purtroppo, Luca ha fatto decisamente di meglio nel suo pur breve percorso artistico, poiché "Quello che fa male", "Bandana" e "Cado" erano decisamente più originali. Fondamentale sarà il suo atteggiamento, per dimostrare davvero a tutti che ci stiamo sbagliando. Che questo voto, seppur risicato, sia d’incoraggiamento per un ragazzo che non ha ereditato altro se non il talento e la passione.
Voto 6
"Tu che disegni i silenzi a matita è così che ti senti capita"
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Lazza - Cenere testo: Jacopo Lazzarini, Davide Petrella musica: Jacopo Lazzarini, Davide Petrella, Dario Faini
Qui si balla ragazzi, su le mani! Questo avrebbe detto Amadeus al Cocoricò di Riccione nei primi anni '90. "Cenere" si presenta come una ballatona dance dal respiro super internazionale. Bel debutto per Lazza. Ottime le intuizioni sonore di Dardust, che questa volta non si ripete e ci regala qualcosa di totalmente nuovo. Desta curiosità l’adattamento orchestrale, potrebbe regalare ancora più lustro al risultato finale rispetto alla versione in studio, già di per sé molto radiofonica. Una trentina di anni fa, questa canzone sarebbe stata di certo la prima traccia della compilation verde del Festivalbar.
Voto 7.5
"Cercavo una verità che è sempre in mano ai bugiardi" _________________________________________________________________
Ariete - Mare di guai
testo: Arianna Del Giaccio, Edoardo D'Erme musica: Dario Farini, Vincenzo Centrella
Un’Ariete fedele a se stessa e al suo universo emotivo, con un brano dichiaratamente melancholic-friendly. Buono il giro di piano in apertura e in chiusura, l'andamento è bello ma non balla, nel senso che a tratti un pochino annoia, ma con lo special il pezzo si riprende un po’. Considerato che tra le firme c’è anche lo zampino di Calcutta, ahimè non si grida al miracolo. Molto dipenderà dalla capacità della giovane artista di saper coinvolgere il pubblico e di gestire un palco complesso come quello dell’Ariston. Per il momento, Ariete subisce l’influenza di Saturno e di Urano.
Voto 6.5
"Tu buttati con me, mare di guai
non so nuotare in una vasca piena di squali"
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Sethu - Cause perse testo: Marco De Lauri musica: Giorgio De Lauri
Primo atto festivaliero per Sethu, un altro dei ragazzi provenienti da Sanremo Giovani. Ritmo bello serrato frutto del sodalizio artistico-gemellare con suo fratello, il producer Jiz. Interessanti i giochi di voce, per un bel pop-punk all’italiana che si discosta dal resto delle proposte in gara. Paga lo scotto di un inciso forse poco efficace, ma siamo certi che il palco gli restituirà i giusti consensi.
Voto 6.5
"Triste vedere niente cambia col tempo
e io sto da solo con il cuore a metà"
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Tananai - Tango
testo: Alberto Cotta Ramusino, Paolo Antonacci, Alessandro Raina, Davide Simonetta musica: Alberto Cotta Ramusino, Davide Simonetta
Torna da protagonista dopo la partecipazione dello scorso anno. Tananai tocca altre corde emotive rispetto a “Sesso occasionale”, presentandosi questa volta con una ballatona tra il classico e lo street urban. Pecca forse un'annata satura di troppi lenti e il precedente singolo “Abissale” decisamente più immediato. Resta di fondo il suo marchio di fabbrica, quel mood tra lo scanzonato e il tenebroso sospeso a mezz'aria tra il ci fa e il ci è. Questa volta vince il ci è, ma forse avremmo preferito il ci fa.
Voto 6.5
"È bello stare così, davanti a te in ginocchio
sotto la scritta al neon di un sexy shop"
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Levante - Vivo
testo e musica: Claudia Lagona
Se "Tikibombom" appariva come un inno sociale, questa volta Levante presenta al Festival un manifesto personale. Apprezzabile un linguaggio più diretto e meno criptico, la scrittura della cantautrice siciliana appare meno pragmatica del solito, fruibile anche da un pubblico meno attento e distratto, diciamo pure generalista, proprio come quello sanremese. Un pezzo ben costruito, evocativo quanto liberatorio, che potrebbe crescere ascolto dopo ascolto.
Voto 6.5
"Vivo un sogno erotico
la gioia del mio corpo è un atto magico"
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Leo Gassmann - Terzo cuore testo: Riccardo Zanotti, Leo Gassmann musica: Riccardo Zanotti, Giorgio Pesenti, Marco Paganelli
L'amore secondo Leo Gassmann, che torna a Sanremo dopo la vittoria tra le Nuove Proposte del 2020. In un mondo di John e di Paul, Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari si riconferma una delle penne più ispirate del momento. Un cuore per i giorni di festa, uno per tener duro nelle difficoltà del mare in tempesta e uno per poter dimenticare il suo nome una volta finita la storia. Che dire? Geniale. Un pezzo trascinante dal testo toccante, una riflessione sul voler provare a spiegare un sentimento complesso, che forse alla fine, come dice Vasco, un senso non ce l’ha. Occhio a Leo che potrebbe rappresentare la quota outsider di questo Festival, l'esecuzione dal vivo giocherà un ruolo fondamentale.
Voto 7.5
"Mi illuderò che ci sia un colpevole per ogni male
si però è una bugia perché spesso le cose succedono"
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Modà - Lasciami
testo: Francesco Silvestre musica: Francesco Silvestre, Enrico Palmosi
La notizia è che i Modà sono tornati al loro splendore e, onestamente, se ne avvertiva la mancanza. Apprezzeranno molto i romantici, specie le persone sensibili che hanno fatto i conti nel proprio percorso di vita con il mostro della depressione. Kekko e compagni riabbracciano sonorità che hanno contraddistinto i loro esordi, quel pop melodico che, quando fatto bene, proprio come in questo caso, fa sempre centro. Un testo maturo e consapevole regala al risultato finale un tocco speciale, vale a dire quell'umanità che non passa mai di moda.
Voto 7
"Lasciami col pudore di chi vuol piangere ore"
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Marco Mengoni - Due vite
testo: Davide Petrella, Marco Mengoni musica: Davide Petrella, Davide Simonetta
Ritorno incredibile per Marco Mengoni, a dieci anni esatti dalla sua precedente vittoria, con un inciso che vale un'intera carriera e un brano che rappresenta il degno erede de "L’essenziale", cosa che non era affatto facile. Ballata ritmata, dalla narrazione serrata. Emoziona la canzone, farà altrettanto la voce del cantautore dal vivo. Personalmente era da "Fai rumore" di Diodato che non sentivo quel brividino lì sin dal primo ascolto. Insomma, per coloro i quali si fossero messi all'ascolto soltanto adesso, senza troppi giri di parole, "Due vite" è la canzone da battere. Annuntio vobis gaudium magnum habemus canticum victoriam? Troppo presto per dirlo, per il momento la fumata è tendente al grigio scuro*.
*questa frase lo scorso anno ha portato fortuna a Mahmood e Blanco, chissà...
Voto 9
"Se questa è l’ultima canzone e poi la luna esploderà
sarò lì a dirti che sbagli ti sbagli e lo sai qui non arriva la musica"
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Shari - Egoista
testo: Shari Noioso musica: Shari Noioso, Maurizio Pisciottu, Luciano Fenudi, Riaccado Puddu
C'è del soul nelle corde vocali della giovane Shari, dotata di una timbrica talmente particolare che o ti piace o non la sopporti, senza troppe vie di mezzo. "Egoista" si presenta come un brano dall’impostazione classica, figlio dello stesso mood emotivo di "Sotto voce", canzone proposta a Sanremo Giovani che le ha valso un biglietto per il Teatro Ariston. Anche questo appare sin da subito come un brano senz'altro ben costruito, merito dell'incursione autorale e dell'esperienza da hitmaker di Salmo. Il testo è forse un tantino troppo serrato e rischia di non lascriar comprendere bene tutte le parole, ma il groove potrebbe compensare.
Voto 6.5
"Sali per la montagna dei miei pensieri e arrivi in cima"
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Paola e Chiara - Furore
testo: Jacopo Ettorre, Alessandro La Cava, Paola Iezzi, Chiara Iezzi musica: Federico Mercuri, Giordano Cremona, Leonardo Grillotti, Eugenio Maimone, Jacopo Ettorre
La pista non è più buia, Paola e Chiara sono tornate, riaprendo un varco di luce nel cuore dei millennial, le cui endorfine danzeranno a ritmo di un irresistibile tunz tunz. Funzionale alla reunion, "Furore" è la loro canzone della vita, che prende in prestito gli archi di "Viva el amor!" per restituirci l'impressione (o per meglio dire l'illusione) che il tempo si sia fermato a quell'estate dei primi anni '00. Apprezzabile il cambio di tonalità sull'ultimo ritornello, una roba che non sentivo da anni e che mi ha fatto accapponare la pelle. Già me li immagino i mash up con "It’s raining man" di Geri Halliwell e "Strong enough" di Cher. Echi anni '70 ci faranno ballare per tutto il Festival e a seguire, poiché l'esclusiva della cassa in quattro quest’anno è praticamente appannaggio delle sorelle Iezzi. Curioso di sapere che appeal potrà avere il pezzo sul pubblico di altre età, quelli non nati tra gli '80 e i '90 per intenderci e che non godranno di alcun effetto revival. La produzione di Merk & Kremont e l'innesto autorale di Alessandro La Cava, siamo certi potrebbe strizzare l'occhio anche alla generazione Z e, perché no, pure quella Y. Anche se il sentore è che giochino una gara a parte, Paola e Chiara potrebbero rivelarsi la scheggia impazzita di questo Sanremo.
Voto 7.5 con lode
"Ballare ancora, ballare come se fosse l’ultima canzone"
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Cugini di Campagna - Lettera 22
testo: Veronica Lucchesi, Diego Mangiaracina musica: Veronica Lucchesi, Diego Mangiaracina, Fabio Gargiulo
La voce è quella di Tiziano Leonardi e non quella storica di Nick Luciani, questa è già una notizia. Quindi, niente falsetto. "Lettera 22" si mostra al primo ascolto come una superballata dalla costruzione atipica, con le strofe diverse tra loro che ricordano velatamente le atmosfere retrò dei grandi complessi, nella fattispecie qualcosina di molto vicino ai Pooh. Il risultato è un brano che non evoca troppo né La Rappresentante di Lista, ovvero Veronica e Dario che tornano a farci sognare in veste di autori, e nemmeno i Cugini di Campagna stessi, all'esordio sanremese dopo ben 53 anni di carriera. Insomma, un pezzo del presente che si confronta con il passato e che potrebbe riservarci più di qualche sorpresa.
Voto 6.5
"Credo anch’io che non puoi darmi il mondo
se non guardi il mondo come lo guardo io"
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Olly - Polvere
testo: Federico Olivieri, Emanuele Lovito musica: Federico Olivieri, Emanuele Lovito, Julien Boverod
Falsetto nell’inciso, a dispetto dei Cugini di Campagna, per il debuttante Olly che accede al Festival via Sanremo Giovani. Up-tempo trascinante con guizzi dal respiro internazionale, che si imporrà come una bella conferma per i giovanissimi e come una piacevole scoperta per il pubblico più grandicello. Ritmo e archi, il pezzo funziona perchè fa sia ballare che pensare. Coinvolgente nei suoni e motivazionale nelle intenzioni, il testo trasmette tanta positività e, di questi tempi, vale la pena tenersela stretta.
Voto 6.5
"Facciamo un giro se piove
e ci si bagnerà il cuore"
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Ultimo - Alba testo e musica: Niccolò Moriconi
Quattro anni dopo la sua ultima partecipazione, Ultimo torna al Festival con un pezzo ben a fuoco. Parte come piano e voce, in un crescendo che troverà la sua degna collocazione con l’accompagnamento orchestrale. La canzone non ricorda specificatamente altre sue precedenti produzioni, in verità questo potrebbe anche rappresentare uno svantaggio, dipende un po' dai punti di vista. Minimale ed epica al tempo stesso, potrebbe non arrivare al primo ascolto. Il ritornello funziona, ma l'attacco e quel "T'immagini" evoca un pochino l'inciso di "Abbi cura di me", canzone presentata a Sanremo 2019 da Simone Cristicchi. Velate somiglianze a parte, il pezzo cresce e regalerà emozioni dal vivo. Comunque vada sarà un successo e un pugno nello stomaco.
Voto 8
"Quando vivi un giorno bello ridi e pensami
a me basta solo questo per non perderti
na t’immagini se tutto questo fosse la realtà?"
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Madame - Il bene nel male
testo: Francesca Calero musica: Francesca Calero, Iacopo Sinigallia, Nicolas Biasin
Madame torna in Riviera a due anni di distanza dal buon debutto con "Voce", questa volta toccando corde diverse. Un pezzo così a Sanremo forse non si era ancora sentito, perché mescola stili e influenze differenti, tra urban e club music, abbracciando una dimensione decisamente mainstream. Radiofonica e incalzante, "Il bene nel male" è una retrospettiva nitida e ben riuscita sul panorama musicale e sociale di oggi. L'artista osa sul tema, raccontando una storia d'amore dal punto di vista di una prostituta, in maniera credibile e sfacciatamente originale.
Voto 8
"Sarò una puttana
ma sei peggio di me"
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WILL - Stupido
testo: William Busetti musica: Simone Cremonini, Andrea Pugliese
Sviscera emozioni e situazioni che almeno una volta abbiamo provato un po’ tutti il giovane Will, anche lui proveniente dalla schiera di Sanremo Giovani, che ci propone una ballata generazionale onesta e sentita. Un racconto ricco di belle immagini, fa di "Stupido" un buon biglietto da visita per il debutto tra i grandi. A giudicare dal primo ascolto direi che la prova è senza ombra di dubbio superata.
Voto 6.5
"Siamo ferite che ballano
io non sopporto chi parla no
siamo dolori che canterò
e so che se torni non basterò"
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Mara Sattei - Duemilaminuti testo: Damiano David musica; Damiano David, Davide Mattei, Enrico Brun
Eccola qui un'altra outsider, di certo se la giocherà fino in fondo Mara Sattei, alla sua prima timbratura di cartellino in Riviera. La scrittura originale di Damiano David a servizio di una delle voci più interessanti della scena urban. All'interno di "Duemilaminuti" c’è sia il mondo analogico dei Maneskin che quello digitale di suo fratello Thasup, che figura tra gli autori della musica. Due mondi che confluiscono in un pezzo che funziona, eseguito con stile. La parte strumentale va di pari passo con il pathos emotivo del testo, in un crescendo di parole e suoni che si proteggono e spalleggiano a vicenda, con grande autenticità.
Voto 8
"Pensavo di poter guarire il tuo cuore da tutte le voci che senti
però il risultato non cambia nemmeno se cambi gli addendi" _________________________________________________________________
Colla Zio - Non mi va
testo: Tommaso Bernasconi, Tommaso Manzoni, Andrea Malatesta, Andrea Arminio, Francesco Lamperti musica: Tommaso Bernasconi, Tommaso Manzoni, Andrea Malatesta, Andrea Arminio, Francesco Lamperti, Giorgio Pesenti
Corale e radiofonica, "Non mi va" potrebbero essere un'altra sorpresa di questa edizione. Provocatori quanto basta, i Colla Zio sono pronti a fare casino sul palco dell’Ariston, traendo forza dalla semplicità e dalla loro complicità, trainati da un brano scanzonato al punto giusto che raggiungerà il massimo della propria espressione sul palco. Un raptus di parole, armonizzazioni, scambi di voci, flow, ritmo e melodia.
Voto 6.5
"Ma che sesso mi fai
ogni tanto c’è un altro che sfiora i tuoi sensi" _________________________________________________________________
Coma_Cose - L’addio
testo: Fausto Zanardelli, Francesca Mesiano musica: Fausto Zanardelli, Fabio Dal, Carlo Frigerio
Piacevolissima sorpresa per i Coma_Cose, che propongono uno dei loro pezzi migliori. Non a caso, il direttore artistico Amadeus ha raccontato di averlo scelto per primo. Funziona sin dalle prime note, chissà dal vivo. Che dire? Un pezzo davvero bello, che mi ha spiazzato. C'è davvero poco da aggiungere se non che “Comunque andrà l’addio non è una possibilità” è una frase che vale un'intera carriera.
Voto 7.5
"Come un silenzio che racconta tutto
la cicatrice quando togli il piercing"
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Elodie - Due
testo: Elodie Di Patrizi, Federica Abbate, Jacopo Ettorre musica: Federica Abbate, Jacopo Ettorre, Francesco Catitti
Un ritorno al Festival in linea con la propria recente evoluzione, Elodie porta in gara un brano che rappresenta l'emblema della donna che è oggi, consapevole e determinata, non ha paura di mostrare sia le fragilità che i propri punti di forza, così come leccarsi le ferite o reagire con la stessa moneta. Un esercizio di stile sul ritornello e una sterzata sullo special, fanno di "Due" uno di quei pezzi che può solo crescere ascolto dopo ascolto, di passaggio radiofonico in passaggio radiofonico.
Voto 8
"Per me le cose sono due
lacrime mie o lacrime tue" _________________________________________________________________