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Maninni: «Sanremo Giovani? Una grande rivincita con me stesso». L'INTERVISTA

Alla vigilia della finalissima del 16 dicembre, abbiamo incontrato il cantautore barese per parlare di "Mille porte", brano che ha scelto di presentare in concorso e che canterà davanti al grande pubblico di Rai Uno


Manca poco alla finalissima dell'edizione 2022 di Sanremo Giovani, tra i dodici protagonisti dell'atteso appuntamento del 16 dicembre, in onda in prima serata su Rai Uno, c'è Alessio Mininni, in arte Maninni, in gara con "Mille porte", brano scritto e composto dal cantautore pugliese insieme a Gianni Pollex, Antonella Sgobio e Roberto Guglielmi, prodotto sempre da lui con Pollex e Diego Calvetti. Alla vigilia di questo importante impegno, lo abbiamo incontrato per scambiare con lui quattro piacevoli chiacchiere.


Intervista a Maninni


Quali stati d’animo ti stanno accompagnando in questi giorni e in che modo stai esorcizzando l’attesa?


«Sto bene, molto felice e carico per questa fantastica esperienza che mi aspetta e che adesso è alle porte, non vedo l'ora di salire su quel palco. Mi sto preparando facendo tante prove, per cercare di arrivare lì nella miglior forma possibile».

L'esperienza è alle porte e, non a caso, il titolo del brano che hai scelto di presentare è “Mille porte”. Lo hai definito un pezzo che rappresenta il tuo stato d’animo, quale di preciso?


«Questo brano è stato scritto in un periodo particolare della mia vita che ho cercato di descrivere tra le righe delle canzone. Sai quando ti riprometti di non fare degli errori, ma puntualmente ci ricaschi? Cominci così a lottare contro un mostro, spesso creato e rappresentato da te stesso. Credo che la serenità risieda davvero nelle piccole e semplici cose, per sconfiggere le nostre paure e potersi ritrovare».

È una canzone importante, per te che l’hai scritta, ma anche per chi l’ascolta e si ritrova nel tuo stesso stato d’animo. Credi nel valore terapeutico della musica?


«Sì, ci credo tanto, perché ha salvato me da un periodo completamente negativo. Sono dell'idea che la musica riesca a portarti in dimensioni completamente diverse, alcune canzoni sanno chi sei più di quanto lo sappia tu. Canzoni che magari sono di altri, ma che descrivono alla perfezione un tuo stato d'animo. Credo che "Mille porte" faccia parte di questo filone».



Quali sono i feedback, i commenti sui social, gli apprezzamenti che hai ricevuto e che ti hanno più colpito riguardo "Mille porte"?


«La cosa che più mi ha colpito è che tanta gente si è ritrovata in questa canzone, alcune persone mi hanno scritto di aver ricominciato a credere in se stessi. Un po' come se stessi raccontando la loro storia e non la mia, questo credo sia l'obiettivo di qualsiasi cantautore. Sono felice di non aver seguito mode, bensì soltanto il mio cuore. Questo ha dato sicuramente valore al messaggio e al risultato finale».

Cosa rappresenta per te il Festival di Sanremo? Lo hai seguito in passato, hai dei ricordi che ti legano a questa rassegna?


«Oggi rappresenta il motivo per cui ho scritto "Mille porte", vale a dire una conferma, la possibilità di trasformare uno stato d'animo in un vero e proprio messaggio. Questa è una grandissima rivincita con me stesso, contro quello stesso mostro con cui per diverso tempo ho lottato. Ho seguito il Festival molto assiduamente negli anni, a partire da quando ero piccolo con la mia famiglia sul divano, commentando le esibizioni e sognando un giorno di poter calcare quello stesso palco. Il sogno si avvicina, speriamo si avveri (sorride, ndr)».

Hai avuto modo di ascoltare le canzoni degli altri finalisti, ce n’è qualcuna che ti ha colpito e senti vicina alle tue corde?


«Sì, ci sono canzoni che mi piacciono più di altre, come ad esempio quella di gIANMARIA. Alla fine, però, credo che siamo tutti diversi e questa cosa mi piace molto, non ho trovato l'omologazione o qualcosa che mi somigli, ma dei validi concorrenti. Questo lo trovo sia piacevole che stimolante».

Per concludere, al di là del passaggio e della conseguente possibilità di calcare l’ambito palco dell’Ariston, quale sarebbe per te la vittoria più importante e ciò che ti piacerebbe trarre da questa esperienza di Sanremo Giovani?


«Che questa canzone, così come quelle successive, possano emozionare più persone possibili. In fin dei conti la musica è questo, credo moltissimo nel potere comunicativo e curativo della musica, spero tanto che le mie canzoni possano arrivare nello stesso modo a cominciare da "Mille porte"».


Videointervista a Maninni


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