Sethu: «Sanremo Giovani? Quest'anno il livello è alto, c'è tanta varietà». L'INTERVISTA
Alla vigilia della finalissima del 16 dicembre, abbiamo incontrato il giovane artista savonese per parlare di "Sottoterra", brano che ha scelto di presentare in concorso e che canterà in prima serata davanti al grande pubblico di Rai Uno

Manca poco alla finalissima dell'edizione 2022 di Sanremo Giovani. Tra i dodici protagonisti dell'atteso appuntamento del 16 dicembre, in onda in prima serata su Rai Uno, c'è Marco De Lauri, in arte Sethu, in gara con "Sottoterra", un brano che parla d’amore e della sua amarezza. Alla vigilia di questo importante impegno, abbiamo incontrato il giovane artista savonese per scambiare con lui quattro piacevoli chiacchiere.
Intervista a Sethu
Quali stati d’animo ti stanno accompagnando in questi giorni e come stai esorcizzando l’attesa?
«La sto vivendo sicuramente con un po' di ansia, ma il giusto, perché sono carico e voglio andare lì per spaccare tutto, con la voglia anche di godermi questa serata. Sono molto emozionato».
“Sottoterra” è il titolo della canzone in concorso, l'hai definita una dichiarazione d'amore un po' atipica. Quali sono gli elementi di continuità e quali quelli di contrasto rispetto a quello che hai realizzato finora?
«Sì, il pezzo parla d'amore e già questo è un elemento di novità, nel senso che non ne ho mai parlato troppo e mi sono messo in gioco perché volevo provare a scrivere una canzone di questo stampo. Avvertivo il bisogno di esplorare altre parti di me che avevo un po' trascurato. Di continuità ce n'è parecchia, a cominciare dal sound e dalla produzione curata sempre da mio fratello gemello JIZ. Stilisticamente riprende anche delle caratteristiche dei miei pezzi un po' più vecchi, anche e soprattutto a livello di linguaggio, perché alla fine questo è il mio modo di esprimermi. Il contrasto, invece, è rappresentanto da questa sorta di dolcezza che non avevo mai approfondito così tanto».
Nel testo descrivi l’amore come un’ora d’aria in un mondo sempre più pressante, che ti fa sentire appunto sottoterra. Quali sono le regole della società moderna che ti stanno più strette e che ti provocano questo senso di rifiuto?
«È un discorso che mi faccio spesso anch'io, alla fine chi è giovane di questi tempi lo è in un periodo di totale incertezza guardando sia al presente che al futuro. Penso che, in generale, riuscire a trovare qualcosa che ti faccia distrarre da tutta questa pesantezza sia giusto, questo è proprio quello che cerco di esprimere nel pezzo. Il mondo per ora va così, non ci resta che cercare di dare spazio alle cose che amiamo».
Quali sono i feedback, i commenti sui social, gli apprezzamenti che hai ricevuto e che ti hanno più colpito riguardo questo brano?
«Mi ha fatto piacere il fatto che molte persone abbiano apprezzato anche questa parte di me più melodica, ma anche e soprattutto chi in privato mi ha scritto che questo pezzo gli è stato d'aiuto per superare un periodo brutto. Ecco, questi sono i riconoscimenti più importanti per chi fa il mio mestiere, le cose che non bisogna mai sottovalutare o dare per scontate».
Hai avuto modo di ascoltare le canzoni degli altri finalisti, ce n’è qualcuna che ti ha colpito e senti vicina alle tue corde?
«È davvero difficile dirlo, perché penso davvero che il livello di quest'anno sia veramente alto, uno più forte dell'altro. Sia persone che conoscevo che quelli che ho scoperto, certo è che le proposte sono tutte diverse e decisamente interessanti. Insomma, c'è tanta varietà».
Cosa rappresenta per te il Festival di Sanremo? Lo hai seguito in passato e hai dei ricordi che ti legano a questa rassegna?
«Guarda, personalmente penso che rappresenti per me l'inizio di qualcosa di nuovo, dopo un annetto di stop e tanto lavoro. In linea generale, ricordo che da piccolo lo guardavamo sempre in famiglia, come tutti, ma negli ultimi anni mi sono avvicinato sempre di più, come tante persone della mia età. Trovo che il Festival si sia aperto alla musica giovane e che rispecchi davvero i gusti di tutti».
Per concludere, al di là del passaggio e della conseguente possibilità di calcare l’ambito palco dell’Ariston, quale sarebbe per te la vittoria più importante e cosa ti piacerebbe trarre da questa esperienza di Sanremo Giovani?
«Penso che il lavoro in sala prove realizzato in queste ultime settimane, me lo porterò dietro per tanto tempo. Sai, veniamo da un periodo in cui non si sono fatti moltissimi live e la parte di preparazione è stata un po' trascurata. Questa esperienza mi ha dato modo di imparare che vale sempre la pena lavorare duro per cercare di migliorarsi a livello tecnico».