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Street Clerks: «In una band il dialogo aiuta sempre». L'INTERVISTA

A tu per tu con il gruppo toscano, fuori con il nuovo album "Everything Is Like It’s Meant To Be" disponibile dallo scorso 24 marzo

Hanno fame di musica e una grandissima voglia di suonare dal vivo gli Street Clerks, gruppo musicale composto da Valerio Fanciano, Francesco Giommi, Alexander Woodbury e Cosimo Ravenni, che abbiamo conosciuto in occasione della loro partecipazione nel corso della settima edizione italiana di X Factor e che abbiamo modo di apprezzare come resident band del programma "Stasera C'è Cattelan".


"Everything Is Like It’s Meant To Be" è il titolo del loro nuovo progetto discografico, disponibile in digitale e dal 14 aprile anche in vinile, un album composto da otto tracce con sonorità che vanno dal grunge al country, dal reggae al rock, dal pop allo swing, e con testi totalmente scritti in inglese, lingua madre di Alexander Woodbury, voce e chitarra della band, che ospitiamo con piacere sulle nostre pagine.


Intervista ai Street Clerks


Come si è svolto il lavoro di questo vostro terzo progetto discografico?


«Ho scritto dei provini dei brani a casa mia così da poter lavorare in modo snello in sala con gli altri e rifinire gli arrangiamenti. Poi insieme abbiamo scelto di registrare la parte strumentale dei brani in presa diretta suonando tutti insieme per dare al disco un'energia più simile possibile a quella di un live. La voce principale l'ho cantata in un secondo momento e dopo ancora Vale, Fra e Cosimo hanno cantato insieme i cori».


Le tracce del disco sono in lingua inglese, a cosa si deve la scelta di questo ritorno alle origini?


«La prima ragione è legata al fatto che io avrei sempre voluto fare un lavoro nella mia lingua madre, perché sono nato a Firenze ma sono di origini anglo-americane e quindi il mio ambiente casalingo era totalmente anglosassone. La seconda al fatto che sia Valerio con "Valerio Martino" che Cosimo con "Costì" avevano iniziato i loro rispettivi percorsi da solista e questo ha creato lo spazio per questo nostro nuovo lavoro».



A livello musicale, invece, che tipo di ricerca c'è stata per quanto concerne la scelta del sound?


«La ricerca del sound è stata immediata perché come riferimento avevamo in mente come suonavamo dal vivo in particolare nei primi 6 anni di attività dal 2007. Quindi ho scritto delle canzoni e fatto degli arrangiamenti con quegli stessi strumenti: batteria o percussioni, basso o contrabbasso, chitarra elettrica, chitarra acustica e voci. È un disco nudo in questo senso, cioè siamo noi 4 con il proprio strumento e la propria voce senza fronzoli».


Come si divide il vostro tempo tra l'impegno televisivo con "Stasera c'è Cattelan" e l'attività in studio?


«Diciamo che la trasmissione di Ale è abbastanza faticosa quindi in quel periodo siamo molto presi dai "trattamenti" televisivi per i quali dobbiamo molto spesso comporre da zero. Il resto dell'anno lo dedichiamo alle altre attività che includono il live, lo studio del proprio strumento, la propria ricerca musicale, i progetti solisti e la scrittura di nuova musica».


Dopo aver superato quindici anni di vita, qual è il vostro personale bilancio del progetto Street Clerks?


«Beh siamo ancora qua e questo è un mezzo miracolo considerata la statistica sulla durata media di una band, con la stessa formazione peraltro... Siamo contenti degli obbiettivi raggiunti, ci sono come in tutte le migliori famiglie stati dei momenti difficili in cui potevamo arrivare alla scelta di dividerci ma non è accaduto perché siamo sempre riusciti ad arrivare ad un dialogo costruttivo nonostante gli screzi e le incomprensioni. Come sempre il dialogo aiuta».

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