WILL: «A Sanremo per poter lasciare la mia impronta in questo mondo». L'INTERVISTA
Alla vigilia del suo debutto al Festival, abbiamo incontrato il cantautore veneto per parlare di "Stupido", brano che si appresta a presentare al grande pubblico di Rai Uno

Manca poco alla seconda serata di Sanremo 2023, tra i quattordici protagonisti di questa seconda serata ci sarà anche William Busetti, in arte WILL, in gara con "Stupido", brano composto a sei mani insieme a Simone Cremonini e Andrea Pugliese. Alla vigilia di questo importante debutto, abbiamo incontrato il giovane artista per scambiare con lui quattro piacevoli chiacchiere.
Intervista a WILL
Siamo a Sanremo a poche ore dal tuo esordio al Festival, questa sera ti esibirai per primo, quali stati d’animo stai covando?
«Sto bene, sapere di dover cantare mi rilassa sempre, diciamo che la dimensione live mi fa sempre un bell'effetto. Mi piace questa sfida di avere tre minuti a disposizione e una sola canzone per portare tutti nel mio mondo. Quello del Festival è un format semplice e vincente, fare musica è la cosa che più mi soddisfa e gratifica al momento, per poter lasciare la mia impronta in questo mondo».
“Stupido” è il brano che presenti in concorso, hai raccontato di averlo composto nell’ultimo periodo della pandemia, in un momento di passaggio e di introspezione che ti ha portato a sviluppare un linguaggio più maturo e consapevole. Possiamo dire che questo è un pezzo che si rivolge ai tuoi coetanei, ma che parla anche un linguaggio comprensibile a più generazioni?
«Spero di poterlo dire, anche perché si tratta di un concetto per nulla banale. L'augurio è che attraverso la mia performance arrivi tutta l'emozione che ho impiegato nello scrivere questa canzone. Il mondo di Sanremo è fatto di critiche e mille altre cose, venendo dallo sport questa cosa la trovo stimolante, essere sottoposti ad un giudizio mi carica. Con semplicità canterò la mia canzone e tutto quello che sarà lo accoglierò a braccia aperte. Il brano racchiude al suo interno un messaggio più profondo, legato a tutte quelle volte in cui non ti sei sentito all'altezza di qualcosa».
Qual è il tuo personale bilancio fino ad oggi e cosa pensi di aver imparato negli ultimi anni da questo mestiere?
«Il mio percorso non saprei come valutarlo, tutto è accaduto in modo talmente veloce che sarà necessario fermarmi dopo il Festival per guardarmi indietro e tirare un po' le somme di tutto. In questi anni ho imparato un sacco di cose, in primis ho scoperto che i numeri e i follower sono una conseguenza di questo lavoro e non l'aspetto principale. Stare in studio e fare musica, così come esibirmi sul palco e cantare, queste sono le cose più importanti, le stesse per cui vale la pena fare il massimo per arrivare alle persone».