Yanomi, Blame e Chakra: «La sfida è unire i nostri sound creando qualcosa di originale e coerente»
I tre giovani artisti per la prima volta insieme sulle note di "Ti voglio richiamare", singolo che racconta l'amore ai tempi della generazione Z

Yanomi: producer e compositore multiplatino; Blame: cantautore e chitarrista; Chakra: producer, autore, cantante e content creator. Dall'incontro di questi tre giovani artisti nasce "Ti voglio richiamare", brano disponibile in digitale a partire dallo scorso 14 ottobre per Warner Music Italy. Il risultato è un singolo dal carattere forte e multiforme, specchio di quest’epoca alla ricerca costante di nuovi stimoli e di sperimentazione.
Intervista a Yanomi, Blame e Chakra
Com'è nata questa vostra triplice collaborazione?
«Inizialmente ci scrivevamo già da un po' su Instagram, poi ci siamo conosciuti di persona e da lì abbiamo deciso di organizzare una session tutti e tre insieme. Essendoci trovati da subito molto bene, abbiamo cominciato a lavorare su diversi pezzi. Il primo provino di "Ti voglio richiamare", risale ad uno di questi primi incontri ed è un brano che abbiamo pronto da tanto tempo. Essendo tutti e tre produttori, ci siamo trovati immediatamente, riuscendo ad unire tutte le nostre differenti visioni, il tutto con estrema facilità».
Nel testo raccontate una storia d'amore declinata ai tempi di oggi, pensate siano cambiate le dinamiche amorose nel corso del tempo?
«L'amore è l'unica cosa che non può invecchiare, nel bene e nel male. le dinamiche resteranno sempre le stesse, cambieranno magari i modi di conoscersi e di frequentarsi, ma il resto resterà intatto. Il nostro obiettivo era quello di creare una contrapposizione tra le relazioni più leggere tipiche dei primi incontri e i legami più importanti, stretti e duraturi, più vicini all'epilogo di una storia, quando ti rendi conto che tutto può finire da un momento all'altro. Questo secondo aspetto dona al pezzo un retrogusto che sa di rimpianto, il tutto alternato dalla sensazione di voler richiamare una persona appena conosciuta. Ci piaceva creare questa sorta di contrapposizione tra l'inizio e la fine di un rapporto».
La peculiarità di questo progetto è sicuramente il vostro linguaggio, in che termini pensate possa essere rappresentativo della generazione Z?
«Questa è la nostra proposta in un momento storico in cui la musica funziona molto a cicli, in netto contrasto con cose nuove e la voglia di revival, cioè recuperare e rimodernizzare idee del passato. Tutti e tre siamo abituati a sperimentare e unire vari generi musicali, combinare l'elettronica con l'analogico, il tutto ancorato all'attuale periodo e rivolto ai nostri coetanei per creare un filo conduttore anche tra le generazioni di ieri e di oggi».
Vi sentite parte di una wave giù esistente, oppure attraverso questa vostra combinazione di mondi state cercando di creare una tutta vostra?
«Per questo progetto ci siamo ispirati alla wave pop-punk, anche se ci sono dei tratti più specifici che appartengono a tutti e tre e che, in qualche modo, ci identificano. Ad esempio, nella topline del ritornello, Blame ha portato il suo lavorare sui suoni in maniera elettronica, nonostante intorno ci sia molta acustica. La sfida è stata quella di unire i nostri sound differenti e riuscire a metterli in un contesto che fosse funzionale e coerente».
Pensate che “Ti voglio richiamare” possa segnare l’inizio di un sodalizio artistico duraturo tra di voi?
«Pensiamo di sì, per certi versi "Ti voglio richiamare" può rappresentare anche il coronamento di un sodalizio artistico già nato da tempo, perché lavoriamo insieme comunque trasversalmente da tempo e per tantissimi progetti. Poi, in futuro, chissà!».
